Diario di Anakin

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.
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Luna
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Ciao Anakin, sto leggendo via via i diari che mi sono persa in questi dieci anni di lontananza è devo farti i complimenti per il tuo, per il ricordo dettagliato degli avvenimenti, che sono veramente tanti, con tanti cambi di scenario, ma soprattutto per gli Obe dentro il sogno che ti portano a più livelli di profondità. Mi ricorda Inception in un certo senso. : greeting :
Dedicato con immensa gratitudine a Ben, amico insostituibile ed artefice dei miei sogni!
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Anakin
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Ciao @Luna, grazie e soprattutto ben tornata! :cool:
Le obe in sogno sono un fenomeno che devo ancora chiarire, in realtà nella maggior parte dei casi non provocano un cambiamento nel sogno lucido, semplicemente vengo proiettato fuori dal mio me onirico. Un’eccezione sembra esserci stata in un sogno a più livelli che ho fatto e che ho appunto chiamato Inception, da grande amante del film. Ma non sono sicuro sia dovuto ad un’obe.
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Anakin
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13/08/22

Lucido WILD

Mi sveglio durante la notte e nel tentare di riaddormentarmi comincio a sentire formicolii e vibrazioni, appena la mia mente va sul pensiero wild le vibrazioni si intensificano rapidamente lungo la schiena fino a portarmi allo shift. Mi trovo in una spiaggia che si estende fino a perdita d’occhio, è l’alba o il tramonto a giudicare dalla luce. Il livello di consapevolezza è molto alto fin da subito grazie al metodo diretto. Mi chino per raccogliere la sabbia e me la faccio scorrere tra le mani, mi rimane appiccicata sulle dita e provo a leccarla: non ha nessun sapore ma la consistenza dei granuli mi impasta la bocca per un po’. Guardo meglio la spiaggia e noto che la sabbia è chiarissima, praticamente bianca. Me la porto di nuovo alla bocca immaginando che sia zucchero e questa volta percepisco un chiaro sapore dolce. Mi viene in mente la task di Luke sui dolci, così provo a fabbricare una torta sul momento. Fisso un punto della sabbia e col pensiero provo a farci crescere una torta. Comincia a venire su una di quelle torte nuziali a più piani, quelle dei matrimoni ricoperte di glassa. Mi avvicino e senza toccarla le do un morso: è più dura di quanto immaginassi ed ha il sapore di una zolletta di zucchero, ma sembra di mordere una mela. Sento la necessità di dover annotare qualcosa ai fini della task, ad esempio un foglietto con gli ingredienti, ma alla fine ne prendo semplicemente un pezzo e me lo metto in tasca. Quando mi volto la spiaggia è leggermente cambiata, ora è fatta più che altro di sassi e c’è un lungo pontile che attraversa il mare. Inoltre non lontano da me ci sono dei grossi pesci arenati sulla riva, mi alzo in volo per guardare meglio. Sono tre orche che si spingono fino a riva alla ricerca di qualcosa, ma non so cosa. La scena è simile a quella che si vede nei documentari, quando cacciano i leoni marini che stanno sulla riva. Colgo l’occasione per avvicinarmi e osservarle più da vicino. Mi metto alla loro sinistra, l’esemplare più vicino a me è enorme (tanto che in quel momento mi fa dubitare sulla reale natura dell’animale, penso a quanti metri sia lunga un’orca e se ne possa esistere una così grande) e provoca onde e spruzzi nel mare. Oltre ad essere lunga è anche molto alta, la fronte scende ripida e leggermente schiacciata. Ad un certo punto incrocio il suo sguardo e l’animale si intimorisce, chiama gli altri due con suoni strani simili a rutti e rientrano in acqua. Io li seguo in volo rimanendo a filo del mare, ma ben presto li perdo di vista. Tuttavia la sensazione di volare a pelo dell’acqua mi inebria completamente e mi lascio trascinare in questo volo spinto dal vento. Provo a scendere ancora più in basso verso il mare finché non entro in acqua. Non perdo però di velocità e riesco anche a girarmi vedendo il cielo da sotto la superficie del mare (il volo procede in orizzontale). Poi ritorno in aria, sempre senza alcuna fatica e trasportato come da una corrente invisibile che mi fa andare molto veloce. Si ripete questo alternarsi aria-mare per quattro o cinque volte, finché non comincio a stordirmi leggermente, ormai sono solo un pupazzo in balia delle forze della natura. Ho un attimo di perdita di contatto, poi mi ritrovo nuovamente sulla spiaggia. Non sono più sul mare però, non riesco a vederlo. A questo punto credo di essermi svegliato, ma in uno stato ancora molto confuso. Poteva anche trattarsi di un falso risveglio, in ogni caso è durato solo pochi istanti perché riesco a tornare nel sogno. Mi ritrovo di nuovo su una distesa bianca, attorno a me ci sono dei campi da bocce e un piccolo ufficio in mezzo al nulla. Entro nell’ufficio, la porta fa suonare un campanello e un signore esce da una porta dietro al bancone. Di questa persona mi colpiscono i lunghi baffi arricciati ed in particolare l’aspetto, sembra uscito da uno spaghetti western. Mi rivolge lui la parola: “Il mare di Oz è off limits, devi firmare se vuoi entrare”. Sul bancone c’è un foglio con una lista di nomi italiani, scrivo anche il mio. Poi lo guardo e gli chiedo dove fossero le orche. Lui mi risponde che c’erano tre esemplari un tempo ma sono anni che non si fanno più vedere. Sto per chiedergli qualcos’altro quando da una finestra del locale mi sembra di vedere… la Terra! Corro subito fuori sperando che nel mentre l’ambiente non sia cambiato, mi assale l’ansia all’idea di perdermi il panorama, ma fortunatamente così non è stato. Faccio giusto qualche passo su delle rocce per avere una visuale migliore: vedo chiaramente il pianeta Terra, per metà in ombra, nitida come non la avevo mai vista. Vedo le Americhe, l’oceano, le nuvole. Mi sveglio con questa immagine.
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14/08/22

Notte piena di risvegli e spezzoni lucidi, di cui questo il più significativo

Sto nuotando in mare aperto, l’acqua è azzurra e il cielo limpido ma c’è vento e ci sono onde anche molto alte. Mi lascio cullare dalle onde per un po’ (che essendo in mare aperto sono facili da scavalcare), poi vedo in lontananza una barca bianca e decido di raggiungerla. Anziché nuotarci incontro immagino una specie di fune sott’acqua a cui è legata e tirandola la barca si avvicina fino a qualche metro da me. E’ un piccolo yacht che si chiama Cleopatra (il nome è scritto su una targhetta d’oro), con un balzo sono sopra. Stesi a prendere il sole ci sono persone che conosco nella vita reale: mia madre, mio padre, dei miei amici. Io mi metto in mezzo a loro (che sono sdraiati come in cerchio) e urlo:
“bella la vita dei sogni, eh?!”
Mio padre si spaventa e tira una bestemmia, poi torna a stendersi.
Una voce dice: “sì ma metà popolazione non si sveglierà più”. Questo credo sia un riferimento alla serie sandman che ho iniziato ieri notte con un mix di schiocco di dita di thanos.
Mia madre dice di volermi fare una foto, mette le dita in modo da formare un rettangolo e poi parte un flash. Vado a vedere cosa è successo e nello spazio tra le sue dita si è formato una specie di schermo cristallino che immortala me per qualche secondo (sono in costume con il mare di sfondo). Mi dice che è una bella foto e che dovrei metterla come profilo. Effettivamente è una bella foto per IG onirico. Provo a toccare lo schermo con un dito e questo scoppia come una bolla di sapone.
Un mio amico mi chiede di farci una nuotata, ci tuffiamo dalla barca ma mentre sto nuotando il mare cambia improvvisamente di consistenza, dapprima diventando gelatinoso, poi diventa letteralmente un mare di vongole. Tutta l’acqua è ora diventata un ammasso di grosse vongole e le onde provocano un rumore molto particolare, un fruscio di gusci che si toccano che sembra uno strumento musicale. Io non riesco a nuotare bene e rimanere a galla, tendo a sprofondare tra i gusci mentre il mio amico, che nella realtà sa a malapena nuotare, nuota come fosse il suo habitat naturale e muove i piedi come una specie di elica che lo spinge in avanti. Una grossa onda travolge la barca che dapprima rimane in bilico, poi si capovolge. Improvvisamente sono circondato da naufraghi che nonostante non riesca a vedere bene in volto so essere utenti di sognilucidi con le loro rispettive guide, c’è anche la mia. Mi sto innervosendo e chiedo alla mia guida di fare qualcosa, ma lo faccio in modo scortese, come un ordine e me ne pento subito. Lui prende la spada e riesce a creare una serie di colonne d’aria nel mare che però si riempiono nuovamente di gusci dopo poco. Poi mi allunga la sua spada che vedo da molto vicino, è molto bella, mi sembra quella di Cloud in ff7. Poi sento una mano che afferra la mia gamba, la guida prova a portarci fuori dal mare con noi aggrappati uno all’altro ma sto perdendo l’equilibrio. Mi sveglio.
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15/08/22

Lucido senza risveglio - durata percepita 3-4 ore

Il SL comincia in un dormitorio, c’è una fila di una decina di letti ed il mio, sul quale sono sdraiato, è quello più esterno che dà sull’entrata. La luce è spenta ma il pavimento lucido riflette una luce da fuori, quindi riesco a vedere. Memore di una conversazione di ieri e trovandomi già in un letto provo a dormire per sprofondare in un sonno incosciente. Ovviamente non funziona perché sono troppo lucido ancora, ma ho voluto provare. Ho invece un’obe onirica, mi trovo fuori dal corpo nella stessa stanza da dormitorio di prima. Come un fantasma mi metto a perlustrare i dintorni: ci sono dei vecchi scaffali di legno contenenti presumibilmente le cose degli altri ragazzi del dormitorio, poi scorro lungo la fila dei letti, anch’essi molto datati (in ferro). In generale l’ambiente sembra del periodo del dopoguerra o giù di lì. Poi comincio a fluttuare in alto fino ad arrivare in prossimità del soffitto e ci passo attraverso, ma solo con la testa. La mia visuale dapprima rimane nera per qualche secondo, poi di colpo compare la luce, una strada di pietroni scuri, un pezzo di marciapiede, poi le gambe di una signora con indosso una gonna e i pantaloni neri di un uomo. Senza dubbio mi trovo nel passato, forse a Londra o Berlino. Al pensiero di trovarmi a Berlino nel passato mi fa pensare che potrei essere in epoca nazista e il dormitorio di prima assume un ruolo più inquietante. Decido di tornare nel mio corpo per gestire la situazione, ma quando riscendo sento la voce di un uomo che si lamenta ad alta voce, forse per la condotta dei ragazzi, che in quel momento si stanno alzando. Rientro nel mio corpo e mi preparo anche io, poi non so come apprendo che si tratta di una gita scolastica, ci sono alcuni miei vecchi compagni di scuola e i volti felici rendono il clima molto più distensivo. Mi raggiunge una coppia di ragazzi con cui intraprendo una conversazione in cui si parla di vacanze. Ci sediamo sui letti e gli racconto della mia vacanza al mare; sono PO molto realistici e la conversazione che instauriamo, a parte qualche non-sense (tipo il fatto che sostengono di essere venuti qui in Germania a piedi dall’Italia), si avvicina molto alla realtà, visto che parlo rievocando eventi realmente accaduti. Quando gli dico dove sono stato in vacanza il ragazzo seduto alla mia destra dice di essere stato nello stesso identico posto. Mi incuriosisco e comincio quindi a chiedergli dettagli circa il suo soggiorno, tra cui i prezzi. Lui tira fuori un foglio di carta che assomiglia ad una specie di conto economico, che mostra tutti i costi e spese. Con mia sorpresa i caratteri sul foglio sono estremamente stabili e nitidi, tanto che ricordo ancora i prezzi nel dettaglio. Gli faccio notare che ha speso tantissimo rispetto a quanto abbia fatto io e che probabilmente lo hanno truffato. A questo punto veniamo interrotti perché qualcuno ci chiama da fuori, ci stanno aspettando e siamo in ritardo per il viaggio che dobbiamo fare.
Qui credo di avere un blackout nel lucido perché non ricordo il passaggio tra le due ambientazioni, comunque ci ritroviamo su una specie di piattaforma in mezzo al mare, con tanto di muta e bombola da sub. La nostra escursione prevede un’immersione in mezzo all’oceano ma prima dobbiamo sottoporci a un test attitudinale per capire se ne siamo in grado. Mi calo in acqua insieme agli altri ragazzi, accanto a me ora c’è mio fratello. L’uomo che ci guida ci dice di fare attenzione ad un pesce in particolare, di colore giallo e che può stordirci mortalmente con le sue onde d’urto… rassicurante. Scendiamo sott’acqua, siamo in fila uno accanto all’altro, respiro con la bombola e fin qui tutto bene. All’improvviso però chi vuoi che arriva se non il pesce che dovevamo evitare come la morte e soprattutto su chi vuoi che si diriga. Il pesce sembra un misto tra un serpente acquatico e una murena, è di colore giallo acceso e probabilmente lungo parecchi metri. Non so come descriverlo a parole, è una creatura fantasy che lungo il corpo e vicino alla bocca presenta delle membrane circolari che gli coronano la pelle e che vibrano ad una frequenza altissima. Mio fratello si comporta in modo più che vile, scalciandomi e allontanandomi da lui, lasciando il pesce solo con me. Invano tento di tenermelo lontano, mi si intrufola tra le gambe, poi si avvicina a pochi centimetri dal volto con queste strane pinne che vibrano velocissime creando una specie di onda d’urto sulla mia pelle e un suono ad alta frequenza. Sento immediatamente un senso di malessere e stordimento, ma riesco a risalire in superficie e poi sulla piattaforma da cui eravamo scesi. Entro pochi secondi però non riesco più a tenermi in piedi, sono come avvelenato e ho perso completamente il senso dell’equilibrio, tanto che cado a terra parecchie volte. In quel momento mi sembra di essere a bordo di una barca nel bel mezzo di una tempesta. Passano forse un paio di minuti in cui continuo a stare male quando capisco di dover riprendere il controllo sul mio sogno, quindi faccio comparire una boccetta di vetro contenente un antidoto di colore viola, che mi scolo prontamente e subito riprendo piena facoltà del mio corpo. Dalla piattaforma vedo che è partita la nave con a bordo i ragazzi che vanno all’escursione; per un attimo penso al da farsi, se raggiungerli in volo oppure andarmene per conto mio, e opto per la seconda opzione visto che mi hanno lasciato a piedi fregandosene del mio stato di salute. Mi volto e la piattaforma è ora sormontata da una struttura in ferro e vetro, all’interno una fila di moderni ascensori trasparenti. Entro in uno di questi, che era già aperto. All’interno non ci sono pulsanti e l’ascensore non sembra volersi muovere. Pronuncio allora ad alta voce “andiamo giù!” e cominciamo a scendere molto lentamente. Le porte rimangono aperte e appena vedo uno spiraglio mi butto di fuori. Mi ritrovo in un centro commerciale che conosco, ma i negozi sono collocati in maniera diversa. Attraverso l’atrio centrale nel quale sono stati posti dei controlli come quelli in aeroporto, una donna in divisa mi chiede i documenti e mi fa entrare in un metal detector. Ha qualcosa da ridire e vuole chiedermi delle cose ma io mi allontano senza ascoltarla, dirigendomi ad un negozio di streetwear. A questo punto faccio una cosa che nella vita reale mi annoia a morte ma che per qualche motivo qui in sogno volevo provare: lo shopping. Giro il negozio in lungo e in largo, provo un sacco di vestiti e ogni volta che esco dal camerino la merce esposta è riposizionata sempre in maniera differente, quindi perdo un sacco di tempo a cercarla. Almeno mezz’ora la perdo così, ma alla fine me ne esco con un outfit onirico di tutto rispetto.
Il ricordo qui sfuma, ho l’impressione di aver fatto altro ma non lo ricordo, quindi credo di essere sprofondato in un sogno incosciente che non ricordo oppure in una fase non-REM. In entrambi i casi una conclusione per me positiva.
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Anakin
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18/08/22

Lucido

Sono lucido, mi trovo in montagna ad alta quota, sono fermo con un mio amico in uno spot e stiamo mettendo le pelli agli sci, o almeno io, lui forse lo aveva già fatto. Mi metto gli sci, dopodiché cominciamo a risalire il versante, che è completamente innevato tranne degli spuntoni di roccia in vetta. Sono convinto di avere già visto questo posto, magari durante un’escursione estiva ed ora la neve lo rende irriconoscibile o quasi. Ad un certo punto mentre stiamo salendo sento una voce femminile di cui non capisco inizialmente la provenienza, poi realizzo che viene da sotto la neve. Faccio al mio amico “guarda che c’è una che è rimasta incastrata sotto la neve” ed indico con la racchetta il punto da dove mi pare provenga la voce. Lui non sembra interessato, anzi mi dice “ma che ti frega” e prosegue. Io però voglio salvare questa persona, pensando che fosse una specie di prova. Arrivo nel punto incriminato e ficco la racchetta nella neve fresca di modo che la donna posso afferrarla ed io tirarla su. E’ proprio quello che succede. Mi compare davanti una ragazza in un vestitino bianco, avrà avuto la mia età o poco meno ma qualcosa mi faceva intendere che non fosse umana, piuttosto una fata o qualcosa del genere: la pelle bianchissima come la neve, i lunghi capelli biondi, esile e leggera come una piuma. Io ne sono estasiato, succedono cose. Sono disteso nella neve quando ho la sensazione di star scivolando verso valle, sto ficcando le mani nella neve per migliorare la lucidità. Poi attorno a me la neve si crepa e il blocco scivola lungo il versante. Temo che si stia formando una valanga, guardo verso l’alto e infatti una grossa massa di neve sta venendo giù dalla vetta. Sembra più che altro che questa lingua di neve provenga dall’altro lato della montagna, sfidando la gravità per poi riversarsi su di me. Sono a corto di forze e non ho la prontezza di reagire subito, penso che mi sveglierò. Poi però vedo una figura volare a qualche decina di metri da me e mettersi tra me e la valanga, con le gambe e le braccia aperte. La massa di neve si ferma lungo la linea su cui è posta o ne è come assorbita. Capisco essere la ragazza di prima, mi sta proteggendo. Decido di filarmela, ho gli sci ai piedi e comincio la discesa sulla neve fresca. Mi sembra di stare realmente sciando e procedere a slalom tenendo impegnati i muscoli e la vista mi permette di non svegliarmi e quindi godermi la discesa per diversi minuti. Infine incrocio l’amico di prima che nel frattempo si è unito ad un’altra comitiva, tutti insieme raggiungiamo la stazione sciistica, che conosco realmente. Arriviamo ai tornelli per prendere la seggiovia e alla richiesta dello ski pass tiro fuori dalla tasca della tuta una cartina. La appoggio sul sensore magnetico e questo dà segnale verde, passo. A questo punto comincia un’esperienza di almeno un paio d’ore di sciata, in cui scendo e risalgo sulle piste innumerevoli volte. In una di queste dico al mio amico “non sembra di essere in un sogno, qui è come quando ci andavamo gli anni scorsi” e lui “sì, ma hanno aumentato i prezzi”. Un’altra volta dico che tenersi allenati in sogno è una buona cosa per arrivare preparato alla stagione. L’ultima discesa che facciamo è un fuoripista tra gli alberi, ma mentre sto scendendo la neve comincia a sciogliersi molto velocemente rendendo il terreno una poltiglia di fango e neve sporca. Ora andare avanti è molto difficile, devo fare uno sci di fondo su un sentiero praticamente di terra. Voglio che tutto ciò finisca. Ho un blackout, l’ambiente shifta in un piccolo aeroporto, sono sulla pista di atterraggio. Un aereo è in partenza, lo raggiungo appena in tempo. Fuori c’è una tormenta di neve, lampi e tuoni. Salgo e mi siedo sul lato destro, in un posto vicino al finestrino. Dopo soli pochi minuti che l’aereo è in volo però stiamo già atterrando. Qualcosa mi dice che non andrà bene e questo mio pensiero si ripercuote sul sogno. L’aereo tocca terra ma non riesce a frenare correttamente, sento il pilota urlare “cazzo, andiamo troppo veloci”. Guardo dal finestrino e vedo che ci stiamo per schiantare contro una foresta. Ci schiantiamo. Mi sveglio. Fuori c’è un forte temporale con tuoni e lampi, sono le 4.

Immagine
Ultima modifica di Anakin il 22/08/2022, 0:41, modificato 1 volta in totale.
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Luna
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Che bello Anakin, un po’ di frescura di alta montagna in questo caldo : Biggrin :
Anche se stanotte ha piovuto e ci ha dato un attimo di respiro! : Thumbup :
Forse il suono del temporale ha influito sul tuo sfondo onirico?
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Luna ha scritto: Forse il suono del temporale ha influito sul tuo sfondo onirico?
Credo sia andata proprio così
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20/08/22

Spezzone lucido WILD

Dopo la transizione veglia-sogno mi trovo su una metropolitana in corsa, intorno a me molti PO comparsa. Sono uomini e donne con valigette pronti per andare in ufficio. L’ambiente è però abbastanza claustrofobico e decido di terminare la corsa scendendo alla prima fermata. Dopo un paio di corridoi e scale mobili mi trovo in una stazione dei treni, anche questa parecchio affollata e caotica. Mi accorgo di stare portando un grosso zaino, sono un backpacker. Davanti a me ci sono dei posti a sedere tutti occupati, sopra gli schermi elettronici con gli orari dei treni. C’è una voce femminile agli annunci molto fastidiosa che si rivolge ai passeggeri con toni improbabili. Sento qualcuno che mi chiama ma non vedo chi, ma la provenienza capisco essere oltre i cartelloni, dove ci sono i binari. Ipotizzo che la stazione sia quella di Londra e da quel momento le voci delle comparse diventano uno pseudo inglese. Arrivato nella zona dei binari dei treni vedo alla mia sinistra mio padre che sta fumando, vestito alla Sherlock Holmes. Mi avvicino a lui, gli chiedo una sigaretta e cominciamo una conversazione costruttiva e sensata su mia madre mentre faccio dei cerchi enormi col fumo. Dopodiché gli chiedo questo: “tu nella vita reale stai bene?” e mi risponde “questa è la vita reale”, sconcertato. Mi allontano e penso a delle task ma non ne ricordo molte, la prima che mi viene in mente è quella di provare a ricostruire la casa di Sandman. Penso ad un modo per arrivare ad un grande spazio verde su cui provare poi ad usare l’immaginazione e viene in mio soccorso l’annuncio di un treno in arrivo, tramite il quale potrei cambiare ambientazione, visto che è tutto molto stabile. Rientro dentro nella stazione per andare a fare il biglietto ma la fila mi fa cambiare idea. Nel voltarmi vedo che la donna che parlava agli annunci è in realtà seduta da sempre nei posti a sedere nella zona d’aspetto, che sta finendo una scatola di sushi del supermercato. Prende in mano un megafono e strilla per un’ultima volta di prendere il treno e poi aggiunge “che i maranza stanno arrivando”. Rido. Lei si accorge di me e mi va incontro, mi prende per mano e comincia a correre verso il binario. E’ una donna sulla quarantina con gonna e tacco alto, mi ricorda tantissimo la Scarlett Johansson in qualche film. Arriviamo al binario quando il treno sta per partire, saliamo appena in tempo. Non riusciamo però nemmeno a raggiungere il vagone più vicino perché il corridoio è già pieno e i posti a sedere sono tutti occupati. Dal vagone alla mia sinistra si avvicinano dei brutti ceffi che mi stanno cercando, appena incrociano il mio sguardo mi indicano. Ce n’è uno che si fa sotto di me, è un ragazzo di carnagione olivastra con tatuaggi sul collo e sul viso. Stiamo così faccia a faccia qualche secondo, poi io cerco la rissa per sperimentare un po’ nel sogno e comincio sputandoli in faccia. Mi sveglio però sul più bello per rumori esterni.
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21/08/22

TOMBA EGIZIA

Lucido WILD - ore 10

Mi sono svegliato credo da un sogno non lucido, stanotte ho sognato tantissimo. Rimango fermo nel letto, apro solo gli occhi per qualche istante prima di richiuderli. Non avevo segnali che mi facessero presagire ad una possibile wild, ma il solo pensarci porta il corpo ad un’unica vibrazione. Comincio a sprofondare consciamente, mi lascio andare sempre di più finché non sento di star entrando nel sogno. Stavolta voglio dirigerlo, penso a dove andare. Mi vengono un paio di idee in mente ma poi propendo per una: voglio visitare una tomba egizia. Ora il mio corpo è come aspirato in un tunnel ma non vedo ancora niente, poi una luce, lo spigolo di una piramide, un corridoio lungo e stretto, poi buio di nuovo. Mi ritrovo in un ambiente in penombra, umido e imponente. Sono in un corridoio stretto ma alto, i muri e il pavimento sono fatti di grosse pietre intagliate. Sento il suono di un’eco lontana che rimbomba nelle pareti, anche delle gocce che picchiano sulla roccia. Comincio a camminare velocemente in avanti, raggiungo un’altra galleria. Sul lato sinistro, intagliato nella pietra, c’è come un lungo ripiano, o forse un posto dove sdraiarsi o sedersi, non lo capisco. Sulla superficie riesco a notare delle incisioni luminescenti, ma appena mi avvicino per osservarle meglio queste scompaiono. La roccia è gelida al tatto. Appena mi riallontano e mi metto nell’angolazione di prima le vedo di nuovo. Non mi sembrano geroglifici ma non ne ho la certezza. In questa galleria il soffitto è molto più basso, evidentemente sto entrando sempre più nella profondità della piramide. Proseguo ancora finché non raggiungo un bivio. Scelgo di andare a sinistra. Entro quindi in una stanza molto più grande e con qualche mobilio rudimentale in legno. Attira subito la mia attenzione un personaggio che dorme in piedi davanti ad un’apertura nel lato opposto della stanza rispetto a dove sono entrato io. Intuisco che stia facendo la guardia a qualcosa, la tomba del faraone (?). Comincio a muovermi silenziosamente in punta di piedi ma appena mi avvicino all’essere questo apre gli occhi e mi vede. Fa abbastanza paura, è una figura umanoide ma molto alta, ha delle bende attaccate in alcune parti del corpo, in quelle scoperte ci sono come delle scottature sulla pelle, che è bianca ma arrossata. Un demone-mummia. Passano forse un paio di secondi e si scaraventa su di me a grande velocità. Mi coglie impreparato e accuso il colpo degli artigli, caxxo fanno male, il dolore sembra reale. Faccio qualche passo indietro, abbastanza intimorito, ma quello ritorna all’attacco. Nonostante sia molto alto la spina dorsale è ingobbita e quindi riusciamo a confrontarci sullo stesso livello. Questa volta riesco ad afferrargli le braccia cercando di tenere a distanza il volto. Infatti con le fauci cerca di mordermi, gli occhi sono di un giallo opaco. Capisco che qua devo inventarmi qualcosa e penso ad un possibile punto debole della mummia: il fuoco (credo). Ci allontaniamo nuovamente io e il demone ma la terza volta parto io all’attacco. Stendo le braccia verso di lui e dai palmi delle mia mani escono dei getti di fuoco che lo prendono in pieno. La gittata di queste lingue di fuoco è di circa due-tre metri, sufficiente per tenerlo a bada: comincia a bruciare e a fare versi sofferenti, cercando di coprirsi il viso con le braccia. Lo costringo a indietreggiare fino ad una specie di rientranza nel muro (tipo camino) in modo che non abbia via di scampo. Vedo la mummia rannicchiarsi e bruciare sotto i miei occhi. Tiro un sospiro di sollievo, la minaccia è andata ma sono molto stanco e ho il cuore a mille, è stato uno scontro molto fisico. Raggiungo l’apertura a cui faceva la guardia l’essere ma sono troppo affaticato per proseguire. Senza crederci nemmeno troppo dico ad alta voce: “Anubis, ho bisogno del tuo aiuto!”. Mi sorprendo quasi quando vedo comparire la sua figura dalle pareti come un fantasma. E’ in piedi a qualche metro da me, il suo corpo emette una leggera aura blu. Apre una grande pergamena in papiro davanti a sé, dietro la quale si nasconde completamente. Mi avvicino incuriosito (o forse è lui a farlo) e noto che sulla carta non c’è un disegno bidimensionale, è una specie di portale. Senza pensarci troppo mi ci butto e mi lascio trasportare. Quando riapro gli occhi sono in caduta libera, o almeno lo sarei se sotto di me non soffiasse una forte corrente di vento che mi tiene in aria a fluttuare. Sotto di me la vedo, la tomba egizia, la forma trapezoidale della stanza, degli oggetti sulle pareti, gli scavi che raggiungono la profondità più grande al centro, dove sta il sarcofago. Io sto fluttuando a diverse decine di metri osservandola dall’alto. Poi mi sveglio.

Note: l’essere che ho dovuto affrontare spero fosse qualcosa di irrisolto nel mio inconscio e di non incontrarlo nuovamente. Volevo aggiungere alla descrizione testuale una immagine AI ma ho qualche problema a farlo, magari modificherò il post più avanti se potrò ancora : WallBash :

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