Re: TECNICA ADA (dal post di KingYoshi su DV)
Inviato: 08/03/2013, 20:18
Ho riletto i post precedenti per vedere da dove era nata la discussione e credo di aver colto la 'scintilla' del malinteso. Le facoltà di calcolo e ragionamento, che oggi hanno trovato nell'uomo un'evoluzione nella fantasia e nell'elaborazione creativa, sono in effetti nate per esercitare l'animale alle sfide della vita nella natura. In primo luogo, bisogna partire dal presupposto che la distinzione netta in termini temporali ed evolutivi tra 'uomo' e 'animale (qualunque)' non è reale, pertanto quando parliamo di uomo riferendoci agli albori della specie lo facciamo sempre intendendo un animale senziente, dotato di forma embrionale di consapevolezza umana, in via di evoluzione. Secondariamente faccio notare che quello di allenare il soggetto alle sfide della sopravvivenza, secondo LaBerge, è lo stesso scopo primordiale dei sogni. Ora noi non sappiamo esattamente e scientificamente quando e come sia nata nell'uomo la consapevolezza, tanto che fino a pochi 'anni' fa non avevamo che la storia simbolica di Adamo ed Eva per spiegarci il passaggio misterioso dall'innocenza (simbolo della certezza istintuale riguardo alla vita) all'esperienza e alla conoscenza del bene e del male (simbolo delle verità guadagnate attraverso la consapevolezza). Diversamente sono ormai noti le cause e i processi che hanno portato allo sviluppo delle nostre facoltà di ragionamento. Diversamente l'origine e lo sviluppo delle altre nostre facoltà mentali è piuttosto noto. Ogni animale è armonicamente inserito in un ecosistema che lo sostenta e lo limita superiormente e pertanto ne determina le attività: è una prospettiva statica che fa sì che le facoltà necessarie alla vita possano esercitarsi con continua regolarità e inconsapevolmente, configurandosi come 'istinto'. Quando si presenta (accade tutt'oggi) un pericolo imprevisto, l'animale è stimolato ad attivare contemporaneamente tutte le sue facoltà in modo che una corrispondenza nuova e casuale tra una o più di esse riesca a produrre un comportamento vincente che salvi l'individuo o il gruppo messo in pericolo. Questi sono i momenti dell'evoluzione, in cui dalla combinazione di tutto ciò che la natura dispone il caso produce qualcosa di nuovo che va ad arricchire il vivente: è stato così per la vita, il movimento e tutti processi che esistono e che hanno formato l'ecosistema stesso che ho scelto come punto di partenza del discorso. Queste occasioni però sono rare, ristrette nella varietà, solitamente brevi e nella maggioranza dei casi inefficienti (la soluzione non è vincente e l'individuo non supera la sfida) e ciò fa si che finiscano per essere assimilate dall'istinto, cioè da quella sfera di atteggiamenti fissi attuati inconsapevolmente dall'individuo. Le scimmie che ci hanno dato origine invece abitavano un'ecosistema molto più sicuro e generoso, le chiome delle foreste primordiali, laddove erano protetti dai predatori e potevano godere di una vita pressoché indisturbata e di una dieta variata (frutti, insetti e uova). In questa condizione l'ambiente ha allentato le sue limitazioni sull'animale cedendo il passo ad una determinazione più libera e incondizionata della sua natura, e l'istinto si è ridotto per la minore varietà e intensità di stimoli. Questa condizione ha portato i nostri antenati primati a proliferare fino al sovrannumero costringendoli ad abbandonare il loro habitat privilegiato. In questo modo essi si sono trovati deboli, indifesi ed impreparati di fronte ad un'infinità di stimoli, situazioni e pericoli che la loro natura istintuale ed animalesca non gli permetteva di affrontare. Immaginatela una scimmia che è stata in panciolle su un albero a mangiare noci per dieci o cento mila e più generazioni, che scende dall'albero e dopo un secondo è divorata da una tigre nascosta che anche uno stupido uccellino avrebbe notato (esempio a caso). In questa epoca si è decisa tutta la sorte della futura specie umana per quanto riguarda la sua intelligenza avanzata: le continue situazioni di pericolo e insicurezza hanno stimolato in maniera massiccia la facoltà di calcolo, ragionamento, strategia ecc. ecc. esasperandole e reiterandole su se stesse e causandone così uno sviluppo vertiginoso che continua ad investirci tutt'oggi, la cui natura esponenziale è facile da notare sulla storia recente. Dico bene?
Ora il punto è che questa spinta travolgente al ragionamento non si è esaurita ancora, e nella situazione contemporanea, in cui la vita è frenetica, variabile da un giorno ad un'altro, piena di infiniti stimoli nuovi e strani e preoccupanti, ne siamo ancora più soggetti e succubi.
Quindi si, vero che l'uomo "spengeva" e "accendeva" le proprie facoltà di ragionamento quando era al riposo, ma con le dovute correzioni: 1° non era un uomo ma era ancora un animale, cioè era uomo nell'accezione che ho spiegato all'inizio; 2° non era mai a riposo! perché sempre impegnato nel proprio sostentamento
Il possesso delle proprie facoltà è stato lentamente ottenuto dall'uomo con lo sviluppo di un'altra funzione, la consapevolezza, ma c'è da dire che il seguente impiego di esse è sempre avvenuto in maniera prevalentemente interessata e utilitaristica (cito Mephisto93: la produzione di utensili e le pitture rupestri incluse) e quindi in relazione alla sspravvivenza, e avvengono in maniera più o meno veracemente interessata anche oggi. Il fatto che possano essere solo apparentemente utili e realmente inutili e illusorie è una realtà frequente nella nostra vita quotidiana e lo scopo di ADA è per l'appunto arginare queste ultime.
Ora il punto è che questa spinta travolgente al ragionamento non si è esaurita ancora, e nella situazione contemporanea, in cui la vita è frenetica, variabile da un giorno ad un'altro, piena di infiniti stimoli nuovi e strani e preoccupanti, ne siamo ancora più soggetti e succubi.
Quindi si, vero che l'uomo "spengeva" e "accendeva" le proprie facoltà di ragionamento quando era al riposo, ma con le dovute correzioni: 1° non era un uomo ma era ancora un animale, cioè era uomo nell'accezione che ho spiegato all'inizio; 2° non era mai a riposo! perché sempre impegnato nel proprio sostentamento
Il possesso delle proprie facoltà è stato lentamente ottenuto dall'uomo con lo sviluppo di un'altra funzione, la consapevolezza, ma c'è da dire che il seguente impiego di esse è sempre avvenuto in maniera prevalentemente interessata e utilitaristica (cito Mephisto93: la produzione di utensili e le pitture rupestri incluse) e quindi in relazione alla sspravvivenza, e avvengono in maniera più o meno veracemente interessata anche oggi. Il fatto che possano essere solo apparentemente utili e realmente inutili e illusorie è una realtà frequente nella nostra vita quotidiana e lo scopo di ADA è per l'appunto arginare queste ultime.