sogni lucidi di ethalin

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.
Ethalin
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scrivo questo ricordo per correttezza, anche se credo che sia uno dei peggiori lucidi in fatto di lunghezza a causa di vari impegni che mi hanno stancato mi hanno diminuito il ricordo.

giorno 93 23:10
non ricordo molto del sogno che stavo facendo, se noni kl momento in cui, in una stanza grigia e quadrata con di fianco E. e davanti una finestra chiusa da una tendina, decido di fare un test di realtà e contarmi le dita, totalmente a caso. Le mie dita sono tutte tipo mignoli e continuano a muoversi e scambiarsi tra di loro sulla mia mano, con un effetto caleidoscopio. Capisco di essere in un sogno e penso 'che si fotta E., è solo un PO'. Alzo la tendina della finestra e davanti a me si apre un paesaggio stupendo, tipo colline verdi e rigogliose con alberi, piantagioni, frutteti, molto colorato; è l'alba, o comunque mattino presto e il sole sta sorgendo all'orizzonte. Penso che sia davvero fantastico e decido di non seguire task ne nulla e di godermi il lucido per quello che è. L'ultimo mio ricordo purtroppo è io che volo fuori dalla finestra. Poi non so se mi son svegliato subito, è ridiventato normale o ho proseguito lucido e ho dimenticato, purtroppo.
se mi stai leggendo ti toccherà fare un test di realtà... o è già questo il test?
Ethalin
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ho avuto un breve episodio di lucidità il giorno 99, ma sia per scarsezza di ricordo che di importanza non lo scriverò.

giorno 103 23:20 (svegliato naturalmente a un orario indefinito della notte ho pensato che magari sarei riuscito a lucidare)
Sono in un salone enorme, con un soffitto grigio basso, la moquette grigia, le pareti rosse e tanta gente; so che è una festa di compleanno, o di G. o di F. o tutt'e due. A un certo punto imprecisato ho la sensazione fortissima di essere in un sogno: faccio un test di realtà e mi conto le dita; sono sette, e in più ho la mano come se fossi di colore. La conferma di essere in un lucido non mi sconvolge più di tanto; più che altro mi viene una domanda bizzarra: dato che ho sette dita, come sarà sentire di muoverle una a una? Ci provo, ma praticamente è come se il pollice corrispondesse al pollice, l'indice all'indice e al medio, l'anulare e il mignolo invece non riesco a non muoverli insieme e anche con il settimo dito. Se mi concentro posso sentire i muscoli che si contraggono poco, e capisco che la sensazione è dovuta al fatto che in realtà io sia paralizzato nel mio letto. Poi, intercetto un mio amico e gli dico che siamo in un sogno; lui invece dice che è riuscito a fare il suo primo salto mortale. Mi congratulo e penso che questo significa che lui vede la mia lucidità come una 'conquista', al pari del suo salto. Parlando di backflip, ragiono che nel sogno posso provarlo, tanto male non me ne faccio. Mi viene anche da pensare che il soffitto è basso e quindi potrei sbattere, ma mi sembra di avere abbastanza spazio. Il primo tentativo mi esce malissimo; poi man mano miglioro ma il massimo che riesco è atterrare in ginocchia. Provo anche a fare una verticale per sfizio, ma sbatto ogni volta i piedi contro il soffitto basso e rinuncio. Penso se fare un salto mortale in avanti ma non ho più voglia di cazzeggiare col tempo onirico. Inizio a scendere delle scale a sto del salone che conducevano fuori, quando A. mi chiama, e mi dice che di sopra stavano facendo delle competizioni per saltare degli ammassi di tavoli e scatole. Penso che ora la cosa si faccia interessante, sono in un lucido e posso batterli tutti : Biggrin : . Risalgo e con fare da spaccone prendo la rincorsa, salto e con le gambe per aria come se stessi facendo parkour tocco l'ostacolo con le mani. Atterro con una capriola laterale e lo stesso A. se ne esce con un 'Wow' sincero. Lo rifaccio due tre volte giusto per provare nuovi modi di atterraggio, e mi stupisco di quanto sia reale la sensazione della moquette. Faccio un altro test di realtà (ne sto facendo a manetta per sicurezza) e riprovo la roba delle mani ma con meno dita (ne avevo tre): stesso risultato, un dito onirico corrisponde a due 'reali' in questo caso. E' ormai tardi, su mezzanotte, e arrivano le torte di G. e F.; do una mano velocemente a sgomberare perché mi chiedono di farlo e non voglio fare il maleducato. Dopo varie congratulazioni e foto (interessante come i flash funzionassero perfettamente) mi metto a canticchiare una canzoncina che mi era entrata in testa; provo a cantarla più forte per vedere se qualcuno si mette a cantarla con me. Purtroppo son l'unico a parte G. che la conosce e canta pure lei. qui ho un calo di lucidità e anche di ricordo perché mi son messo a mangiare la torta e parlare con G.; a un certo punto ricordo che sono in un sogno e rifaccio un test di realtà per aumentare la stabilità. A furia del mio continuare a provare a muovere le dita il sogno si destabilizza, e inizia a sfocarsi; allora mi tappo il naso oniricamente e respiro attraverso di quello; mi concentro prima sul respiro poi su altri pensieri chiudendo gli occhi. continuo a sentire la sensazione del mio naso nella mia mano, e a un certo punto riapro gli occhi. Lo scenario è completamente cambiato: mi trovo all'esterno del salone, lontano da questo, su un viale alberato di un paesino con mio papà. Vedo proiettati nel cielo i risultati di qualche partita calcistica e ciò mi conferma che sono ancora nel sogno. Senza dire una parola, proseguo con mio papà verso la fine del viale alberato che diventa metà ferrovia metà metro all'aperto. Il tutto ha un che di sacrale, mistico quasi. Arrivati a un androne di binari, mi metto a parlare con mio padre, purtroppo non ricordo di cosa. Ricordo la fine della conversazione dove, dato che aveva iniziato a piovere, lui mi ha detto che aveva freddo e abbiamo deciso di tornare indietro. mentre ci giriamo però vedo con la coda dell'occhio una figura nera lungo i binari. Il mio primo impulso è di accelerare il passo, scappare; il secondo è di svegliarmi, so che sta diventando un incubo sto sogno e negli incubi perdo controllo. Poi, più razionalmente, decido di girarmi e aspetto la figura per parlarle. Dai binari però esce solo un pastore tedesco che neanche ci guarda e ha lo sguardo schivo. Lo seguono altri due cani, un alano e un chihuahua. Mi chiedo che diamine ci facciano lì. Poi arriva un treno giocattolo a dimensione naturale, nero e rosso, che ci passa davanti agli occhi e si perde nella nebbia. Rimango stupito da come si sia sfaldato l'inizio di incubo mentre vengo invaso da una sensazione di sicurezza. Decidiamo di tornare in paese definitivamente dopo tutto ciò, ma mentre camminiamo sento che il sogno si sta lentamente sfaldando. Penso alla sua lunghezza, e a se lo ricorderò al mattino; vorrei farlo. Penso che forse dovrei ripercorrerlo con la mente ma l'ultima volta non era andata molto bene ;) . Non provo neanche a stabilizzare, sento che sarebbe inutile. Tutto diventa nero e poi mi sveglio.
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giorno 110 23:10
Microrisveglio a un punto indefinito della notte. Non ricordo nessun sogno e mi rimetto a dormire.

Sogno1-senza titolo
Ricordo solo l'ultimo frammento dove in casa mia faccio un test di realtà e noto che girando la mano su se stessa sparisce un dito. Per sicurezza faccio un test tappandomi il naso, però sentendo il respiro leggermente disturbato (avevo il raffreddore); mi ci concentro per capire se sto sognando o no e mi sveglio. Maledicendomi mi rimetto a dormire sperando in una deild o qualcosa del genere.

Sogno2-esperimenti in cucina e guerra in città
Ho un falso risveglio in camera mia, dove mi alzo, guardo il telefono che segna le sette di mattina e mi vesto in fretta, mentre penso qualcosa tipo 'che scatole, stavo facendo un lucido e mi son svegliato'. Poi vedo mia nonna che mi dice di andare a prendere qualcosa che non ricordo in cucina. Scendo e mentre son sulle scale, con ancora il pensiero del lucido di prima, faccio un test di realtà senza apparente motivo e noto la stessa imperfezione della mano che c'era nell'altro sogno. Sono lucido! Mi rendo conto che quello di prima fosse un falso risveglio, intanto son arrivato in sala da pranzo e ho in testa la canzone "i'm afraid"; la provo a cantare per vedere che succede e noto che esce proprio come la avevo in testa, senza imperfezioni della voce o che. Unica nota negativa del momento, la canzone mi rimane in testa e inizio a pensare alla parola afraid, che mi scatena brutti pensieri. Sento che sta salendo un po' di ansia e in cucina mi giro verso la porta e vedo una faccia che emerge dallo stipite; è quella di mia nonna e mi tranquillizzo, però sento che c'è ancora qualcosa che non va, ma ormai sono stufo di lucidi che virano verso incubi e urlo al mio sogno che non voglio incubi e che c'è qualcosa che non va in mia nonna e di metterla 'a posto'. Lei se ne va e io decido di fare qualche esperimento di controllo su vari oggetti lì presenti: inizio con il frigo, cercando di immaginare che quando lo apro sarà una porta per altri posti (avevo immaginato un posto soleggiato e con la sabbia che purtroppo ora non ricordo). Le prime due prove non vanno molto bene, ma alla terza volta vedo il posto come sfondo dietro gli oggetti del frigo. Nel contempo entra ancora mia nonna e la cosa mi fa perdere concentrazione e il frigo diventa solo illuminato di luce gialla, quindi io giustamente le dico che mi ha rovinato l'esperimento, lei chiede scusa e se ne va di nuovo. Stufo degli esperimenti col frigo, provo a cambiare colore a un pezzo di cubo di rubik triangolare che era appoggiato su un ripiano; dopo qualche tentativo riesco a farlo diventare marrone da fucsia acceso, però inizia tutto a sfocarsi e capisco che sta per finire il sogno; penso che non ho assolutamente voglia che finisca ora il sogno, e afferro uno sgabello di legno con la sinistra per rimanere ancorato al sogno, mentre con la destra mi porto un appendino che era lì vicino al cubo di rubik alla bocca e ne sento il sapore e la consistenza; avevo anche chiuso gli occhi e quando li riapro nel sogno c'è una luce diversa, ma son ancora in casa mia. Decido di andare fuori che ormai qui non ho più nulla da fare, e mentre vado verso la porta principale col telefono in mano noto il mio riflesso nel cellulare: sono uguale a me nella realtà, se non che mi mancano i 3 nei a triangolo che ho sulla guancia e ho un occhio leggermente strabico. Soddisfatto di aver fatto anche questa task esco dalla porta principale e invece che in giardino finisco in una scuola enorme con poca gente. Entro in un'aula particolarmente grande e ci son tutti i miei compagni e i miei amici come se ci fosse una grande festa; vedo I., saluto F., e senza molti motivi do una pacca sul culo a A. :angel: ; poi mi dirigo verso un gruppetto di gente che non conosco e noto questa ragazza bellissima un po' in carne, capelli tagliati relativamente corti e con un volto che non avevo mai visto. Decido di provarci con lei e finiamo a baciarci e qualcosina d'altro in più. Sono però triste di abbandonarla lì a caso, era molto intelligente e simpatica oltre che bella, e le chiedo se sa che siamo in un sogno e tutto finirà. Lei con uno sguardo un po' triste mi risponde di sì, e io rimango piacevolmente sorpreso. Mi metto a parlare con lei e purtroppo ho un calo di lucidità e di ricordo. Esco dalla stanza della festa, noto che la quantità di gente nella scuola è aumentata e penso che vorrei trovare una mia guida per i sogni, quindi lo urlo al sogno e inizio a camminare tra la gente per vedere che succede. Purtroppo nessuno mi si avvicina o mi guarda o che. Esco dalla scuola e sono in una città che ricorda un po' Berna un po' Roma e un po' Venezia. C'è la guerra, e passando di fianco a un fiume vedo sulla neve carriarmati rovesciati e mitragliatrici. Ancora una volta mi stupisco di quanto siano realistici i sogni, mentre tocco il cingolo ancora cado del carrarmato che fa contrasto con il gelo della neve. Preso dai miei pensieri e da po di amici che combattono ho un altro calo di lucidità: da qui ricordo solo grossomodo la trama della fine del sogno; entro in combutta con un gruppo di miei amici ribelli che stanno in un via privata nascosta. Combattiamo, e mi mandano a un altro gruppo di ribelli come ambasciatore per chiedere aiuto; sono ancora lucido, ma ormai son coinvolto emotivamente nella trama del sogno. Mentre sono per strada D. mi incrocia e mi dice che son morti tutti nella nostra base a parte lui, E. e qualche agonizzante. Torniamo indietro con E. che non ha più i pantaloni non so per quale motivo. Mentre stiamo tornando indietro possiamo su un ponte sul fiume e vedo un paesaggio tragico e bellissimo: l'isola al centro, che somiglia molto alla tiberina, ricoperta di neve ma con gli alberi verdi e in fiamme. Mi commuovo da tale bellezza e scempio e penso che davvero la guerra fa schifo. Arrivati al nascondiglio c'è solo E. agonizzante (un altro E., non quello senza pantaloni) che racconta come è andata e esala l'ultimo respiro. Poi trovo le lapidi dei nostri altri amici, e leggendole il dolore si fa insopportabile e scoppio a piangere. Son ancora cosciente di sognare, ma non riesco a trattenere le lacrime. Sento poi le sensazioni del mio corpo reale, le coperte e male al fianco sinistro. Il sogno si sfalda, tutto diventa nero e mi sveglio. Sono sdraiato sul lato sinistro e con le lacrime agli occhi.
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giorno 115 23:30 circa
Lucido ricordato malaccio sia a causa del fatto che in questi giorni dormo male perché lussandomi la spalla ho dovuto mettere un tutore che devo tenere anche di notte, sia perché avevo impostato una sveglia per una wbtb che mi ha svegliato piuttosto bruscamente. Ah, e per inciso, la wbtb non ha funzionato :angry:

"l'aiuto di alrescha"

Tutto parte da un sogno normale in casa mia, in cui, pensando che dovevo fare una wbtb o ssild a seconda di quanto stanco fossi, faccio automaticamente un test di realtà. Contando le dita a due a due ne conto sei, ma per non so che ragione penso sia impossibile. Le riconto e diventano sette, poi cinque; ancora non mi fido ( : WallBash : ) e mi tappo il naso. Riesco a respirare normalmente a chissà per quale motivo sono ancora un po' diffidente. Qui non ricordo bene che succede, solo che a un certo punto ero in una stanza con un gruppo di persone tra cui c'era anche Alrescha; lei praticamente dal nulla mi dice che sì, i test di realtà erano giusti e siamo in un sogno! Io all'inizio ci rimango un po' di sasso e faccio un altro test, ma è solo l'ennesima conferma. La ringrazio tutto contento, e da una porta rientro in casa mia, senza un vero e proprio motivo, pensando a cosa fare ora; prima di tutto decido di sfregarmi le mani per stabilizzare e prolungare il sogno, dato che già era lungo così (ricordo che pensavo fosse lungo, ora purtroppo la parte 'lunga' non la ricordo). Poi vedo la porta del bagno, un po' diversa da quella della realtà: era come se avete una cornice di legno bianca e fosse stata fatta per il resto di vetro opaco bianco. Decido di provare a attraversarla con un piede mentre la tengo ferma con la mano; ci riesco fino a mezzo piede, ma poi pensando che nei sogni si può veramente fare l'impossibile la parola impossibile mi distrae e la porta si distrugge; cado in bagno, e lì c'è uno specchio. Qui ho un buco di memoria pazzesco: non ricordo nulla, se non che ero lucido e son successe tante altre cose. Il ricordo riprende da io che stabilizzo un'altra volta perché il sogno si sta sfaldando, leccando l'imposta della finestra del bagno. Poi esco dal bagno, pensando a certi pensieri sull'universo che avevo fatto la sera prima; decido che con il tempo onirico che mi rimane potrei andare a esplorare il sistema solare 'dal vivo' e inizio a pensare come potrei fare. Non mi viene in mente molto, ricordando che anche i tentativi di teletrasporto degli altri sogni non erano andati molto bene senza un'immagine precisa di dove andare; allora ritorno nella stanza scura piena di gente, trovo Altre che stava parlando con qualcuno che non conoscevo e gli chiedo come potrei andare a farmi un giro nelle stelle. Lei ci pensa un momento su, poi mi dice che potrei usare lo specchio del bagno attraversandolo ma prima fissandomi in testa bene un'idea dei dove andare. Cazzo, penso, ha ragione! La ringrazio ancora e rientro in casa; faccio per attraversare la porta del bagno che intanto si era 'ricomposta' ma invece del bagno dietro c'e un nero profondo che si espande dovunque e non vedo più nulla, come se avessi gli occhi chiusi. Mi vien l'impulso di aprirli e il sogno finisce.
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giorno 125 00:10

microrisveglio in cui il mio gatto rompe e fatico a riaddormentarmi; prendo sonno in una posizione scomoda.

Altro me, altro mondo

il sogno parte con una voce narrante 'esterna' che descrive la mia condizione di vita nel sogno: " Sei stato cresciuto e allevato nella scuola del signore, che abita nel palazzo dietro la scuola. Ora lavori nella prigione, come secondino, e oggi hai il giorno libero: hai deciso di fare un giro in bici sulla scogliera. ". Tutto questo mentre mi scorrono davanti agli occhi le immagini della scuola, del palazzo, della prigione (dove al posto delle celle c'erano box per bambini piccoli), di dove vivo io, cioè una sorta di appartamento dentro alla prigione, e di io in bici sulla strada sulla scogliera. Da qui mi 'fondo' con il me stesso della storia che non ha neanche il mio aspetto fisico: indossa una canottiera bianca un po' trasandata e pantaloni grigi con tasche laterali e ha capelli neri scompigliati. Anche di faccia è diverso da me, ma non saprei descrivere come; inizia il sogno in prima persona. Sono in bicicletta, sto pedalando lungo la strada sulla scogliera a picco sul mare, fa caldo e c'è il sole alto come a mezzogiorno. La scogliera è molto brulla, marroncino bruciato dal sole, con poche piante, e il mare è verdognolo e non azzurro. Proseguo fino a quando non trovo un albero con una scala a pioli alla base che porta ai primi rami; smonto dalla bici e mi arrampico sull'albero e quando sono in cima riesco a vedere finalmente bene il mare: è verdognolo ma limpidissimo, da quassù riesco a vedere il fondo persino al largo e noto che è composto da massi arrotondati enormi. Riprendo a andare in bici, fino a quando la strada ha una curva verso sinistra e diventa sterrata; lì vedo in lontananza una città sul mare, ne scorgo il porto e le barche a vela, ma decido di non andare oltre e in uno spiazzo giro la bici. A questo punto però noto alla mia sinistra un arco classicheggiante in cima a due colonne, in rovina, che sembra facesse parte di una costruzione più ampia. Senza un particolare motivo, guardandolo mi rendo conto di essere in un sogno, ma capisco anche che non è molto stabile come sogno, quindi niente test di realtà; decido anche, impulsivamente, di non seguire nessuna task e semplicemente vedere come si sviluppa il sogno. Proseguo sotto l'arco e mi si apre un paesaggio stranissimo: sulla sinistra la scogliera ma da un punto di vista più alto, sulla destra l'interno di una facciata di una chiesa con tanto di rosone giallo-verde dove filtrava la luce del sole e appesi davanti al rosone una bussola e un orologio giganti (tipo quelli nei quadri di Dali) e davanti a me una sorta di distesa di oggetti che non vedo bene; penso 'cazzo, questo è complicato, speriamo di ricordarcelo al risveglio'. Entro nella distesa con la bici e vedo che è composta da oggetti rotti di tutte le dimensioni, da pezzi di pale di aeroplano a giocattoli per bambini a gomme e statue, tutti piantati in lunghi filari arati come nei campi di mais; c'è n'è davvero un infinità e pedalo per un po' prima di vedere un edificio al centro del campo. Mi avvicino e capisco che è una chiesa, stavolta intatta, con in cima a una cappella laterale una statua in bronzo non ricordo di chi. Vedo poi un signore nero anziano con la barba brizzolata e una signora vestiti da contadini, smonto dalla bici e mi avvicino fischiettando una canzone, mentre loro tengono lo sguardo fisso su di me; il signore nero ha una pala in mano, e ci si appoggia. Non so perché ma ho l'impressione che non mi risponderanno qualsiasi domanda gli farò, infatti a due metri di distanza mi guardano ancora come inebetiti con gli occhi strabuzzati. In quel momento noto sulla destra in lontananza l'entrata del giardino del palazzo del signore, e vado in quella direzione, mentre mi viene in mente daydreamer che mi dice che le guide di solito stanno per fatti loro e non si avvicinano. Mentre cammino cerco di concentrarmi su ogni sensazione, e il sogno aumenta di vivezza paurosamente: posso vedere ogni granello di sabbia e sassolino che calpesto, e sento i vestiti che ho su. Una volta arrivato nell'androne di un portico del giardino mi passa di fianco una bella ragazza coi capelli ricci che saluto tanto per fare ma lei non risponde. Raggiungo due persone sedute davanti a una porta: un ragazzo con le mani nei capelli come se stesse poco bene emozionalmente o fisicamente e uno di spalle, che appena arrivo si gira e scopro che è uguale a me! Questo mi dice che devo smetterla con ste cagate delle guide che quando sarà il momento arriveranno e pensare a altro, poi mi dà un pugno in testa e io mi 'sdoppio' e vedo il resto del sogno come se fosse un film: io non sono più il ragazzo con la canottiera bianca ma sono io, e vedo quest'ultimo e il suo doppio che litigano ma non riesco a sentirli, poi il ragazzo viene portato nella caserma dove lavorava solo che viene messo in prigione per qualche reato. qui riparte la voce narrante di inizio sogno che sento che dice " Feci amicizia con il mio compagno di cella, che aveva problemi di cuore, nel senso amoroso del termine; lo invitai pure a casa mia a mangiare una volta, però lui non capiva e quindi dopo poco essere usciti la nostra amicizia si sfaldò ". Capisco che la trama del sogno è 'finita' e il sogno sta finendo, non vorrei ma non ho nemmeno più un corpo onirico dopo lo sdoppiamento, quindi non riesco a stabilizzare o che, tutto diventa nero e mi sveglio.
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giorno 130 1:05
lucido di cui non ricordo nulla o quasi, solo qualche sensazione e la fine: il sogno inizia a sfaldasi, io non voglio che finisca e chiudo gli occhi onirici per cercare di stare calmo; sento che però se li riapro rischio di aprire quelli reali. Mi decido a riaprirli e sento la voce di M., mio amico presente come po nel sogno, che dice ' bravo svegliati!'; purtroppo una volta riaperti è tutto nero e sento che mi sveglio. Apro finalmente stavolta gli occhi reali e impreco perché non ricordo già nulla :censored:

giorno 132 2:05 (sì, sono in vacanza e vado a letto tardi un po' tutte le sere)

avvistamento delfini

Non ricordo bene l'inizio del sogno, solo che c'entrava F., amico mio interessato ai lucidi pure lui. A un certo punto indeterminato prendo lucidità e capisco di essere in sogno; come quasi primo pensiero, dopo aver stabilizzato, mi son chiesto quanto di sto sogno, che era già lungo, avrei ricordato al mattino. Poi mi son guardato in giro: ero in una sorta di appartamento rosso e nero con un signore, nella casa al mare. Qui penso di aver iniziato a parlare col tipo (errore mio) e aver perso lucidità. In seguito con questo tipo scendo al porto e prendiamo una barca, poi con questa iniziamo a girare nella baia sotto il sole con gli spruzzi del mare che era di un azzurro travolgente, e a un certo punto, passando davanti alla chiesa, noto uno spruzzo di acqua che ci segue; guardo meglio e vedo un delfino che salta fuori dall'acqua per poi riaffondarci e ne resto stupito; poi a questo se ne aggiunge un secondo, poi un terzo, un quarto e diventano un branco, e saltano tutti intorno alla barca, mentre io sono lì inebetito a guardarli mentre penso che non li avevo mai visti prima d'ora. Poi ricordo di essere in sogno e ricordo quando parlavo col signore nella stanza rossa e nera; qui però c'è una sorta di 'scambio', come se il ricordo del signore con la stanza nera e rossa diventasse il proseguimento del sogno e i delfini che saltavano intorno alla barca fossero un ricordo che gli stavo raccontando; rimango po' intontito ma intanto il signore riprende a parlarmi mentre tira fuori un fucile, chiedendomi dove erano di preciso questi delfini. Capisco che vuole andare a cacciarli, e intanto sento una voce che mi da del coglione per averglielo detto. A questo punto mi sveglio, ma son ancora nella casa di Camogli e appena mi alzo c'è mia madre che mi dice di rimettermi a dormire mentre mi mostra l'ora: sono le 6:39 di mattina. Poi il sogno si sfalda e mi sveglio veramente.

EDIT: in entrambe ste sere avevo bevuto un po', non tanto da sbronza ma abbastanza da qualche risata in più. Forse questo è il motivo del cattivo ricordo.
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Ethalin ha scritto:giorno 125 00:10

microrisveglio in cui il mio gatto rompe e fatico a riaddormentarmi; prendo sonno in una posizione scomoda.

Altro me, altro mondo

il sogno parte con una voce narrante 'esterna' che descrive la mia condizione di vita nel sogno: " Sei stato cresciuto e allevato nella scuola del signore, che abita nel palazzo dietro la scuola. Ora lavori nella prigione, come secondino, e oggi hai il giorno libero: hai deciso di fare un giro in bici sulla scogliera. ". Tutto questo mentre mi scorrono davanti agli occhi le immagini della scuola, del palazzo, della prigione (dove al posto delle celle c'erano box per bambini piccoli), di dove vivo io, cioè una sorta di appartamento dentro alla prigione, e di io in bici sulla strada sulla scogliera. Da qui mi 'fondo' con il me stesso della storia che non ha neanche il mio aspetto fisico: indossa una canottiera bianca un po' trasandata e pantaloni grigi con tasche laterali e ha capelli neri scompigliati. Anche di faccia è diverso da me, ma non saprei descrivere come; inizia il sogno in prima persona. Sono in bicicletta, sto pedalando lungo la strada sulla scogliera a picco sul mare, fa caldo e c'è il sole alto come a mezzogiorno. La scogliera è molto brulla, marroncino bruciato dal sole, con poche piante, e il mare è verdognolo e non azzurro. Proseguo fino a quando non trovo un albero con una scala a pioli alla base che porta ai primi rami; smonto dalla bici e mi arrampico sull'albero e quando sono in cima riesco a vedere finalmente bene il mare: è verdognolo ma limpidissimo, da quassù riesco a vedere il fondo persino al largo e noto che è composto da massi arrotondati enormi. Riprendo a andare in bici, fino a quando la strada ha una curva verso sinistra e diventa sterrata; lì vedo in lontananza una città sul mare, ne scorgo il porto e le barche a vela, ma decido di non andare oltre e in uno spiazzo giro la bici. A questo punto però noto alla mia sinistra un arco classicheggiante in cima a due colonne, in rovina, che sembra facesse parte di una costruzione più ampia. Senza un particolare motivo, guardandolo mi rendo conto di essere in un sogno, ma capisco anche che non è molto stabile come sogno, quindi niente test di realtà; decido anche, impulsivamente, di non seguire nessuna task e semplicemente vedere come si sviluppa il sogno. Proseguo sotto l'arco e mi si apre un paesaggio stranissimo: sulla sinistra la scogliera ma da un punto di vista più alto, sulla destra l'interno di una facciata di una chiesa con tanto di rosone giallo-verde dove filtrava la luce del sole e appesi davanti al rosone una bussola e un orologio giganti (tipo quelli nei quadri di Dali) e davanti a me una sorta di distesa di oggetti che non vedo bene; penso 'cazzo, questo è complicato, speriamo di ricordarcelo al risveglio'. Entro nella distesa con la bici e vedo che è composta da oggetti rotti di tutte le dimensioni, da pezzi di pale di aeroplano a giocattoli per bambini a gomme e statue, tutti piantati in lunghi filari arati come nei campi di mais; c'è n'è davvero un infinità e pedalo per un po' prima di vedere un edificio al centro del campo. Mi avvicino e capisco che è una chiesa, stavolta intatta, con in cima a una cappella laterale una statua in bronzo non ricordo di chi. Vedo poi un signore nero anziano con la barba brizzolata e una signora vestiti da contadini, smonto dalla bici e mi avvicino fischiettando una canzone, mentre loro tengono lo sguardo fisso su di me; il signore nero ha una pala in mano, e ci si appoggia. Non so perché ma ho l'impressione che non mi risponderanno qualsiasi domanda gli farò, infatti a due metri di distanza mi guardano ancora come inebetiti con gli occhi strabuzzati. In quel momento noto sulla destra in lontananza l'entrata del giardino del palazzo del signore, e vado in quella direzione, mentre mi viene in mente daydreamer che mi dice che le guide di solito stanno per fatti loro e non si avvicinano. Mentre cammino cerco di concentrarmi su ogni sensazione, e il sogno aumenta di vivezza paurosamente: posso vedere ogni granello di sabbia e sassolino che calpesto, e sento i vestiti che ho su. Una volta arrivato nell'androne di un portico del giardino mi passa di fianco una bella ragazza coi capelli ricci che saluto tanto per fare ma lei non risponde. Raggiungo due persone sedute davanti a una porta: un ragazzo con le mani nei capelli come se stesse poco bene emozionalmente o fisicamente e uno di spalle, che appena arrivo si gira e scopro che è uguale a me! Questo mi dice che devo smetterla con ste cagate delle guide che quando sarà il momento arriveranno e pensare a altro, poi mi dà un pugno in testa e io mi 'sdoppio' e vedo il resto del sogno come se fosse un film: io non sono più il ragazzo con la canottiera bianca ma sono io, e vedo quest'ultimo e il suo doppio che litigano ma non riesco a sentirli, poi il ragazzo viene portato nella caserma dove lavorava solo che viene messo in prigione per qualche reato. qui riparte la voce narrante di inizio sogno che sento che dice " Feci amicizia con il mio compagno di cella, che aveva problemi di cuore, nel senso amoroso del termine; lo invitai pure a casa mia a mangiare una volta, però lui non capiva e quindi dopo poco essere usciti la nostra amicizia si sfaldò ". Capisco che la trama del sogno è 'finita' e il sogno sta finendo, non vorrei ma non ho nemmeno più un corpo onirico dopo lo sdoppiamento, quindi non riesco a stabilizzare o che, tutto diventa nero e mi sveglio.
Scusa il disturbo ma sono rimasto affascinato da come sei riuscito in così poco tempo a fare moltissimi sogni lucidi e anche molto frequentemente. Volevo chiederti se usassi altre tecniche oltre alla WBTB e se usassi metodi particolari per ricordare i sogni che fai.
Io temo che stiamo perdendo la capacità del vivere con passione, di assumerci la responsabilità di quello che siamo, la capacità di raggiungere dei risultati e di sentirci soddisfatti della vita.
dal film "Waking Life" di Richard Linklater
Ethalin
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Per quanto riguarda le tecniche: seguo il diario (che per comodità non è cartaceo, poi quando ho tempo li trascrivo), test di realtà durante il giorno se succede qualcosa di strano/se mi viene da farlo/se penso ai sogni, aggiorno (non quotidianamente, e forse dovrei) delle tabelle dove classifico i dreamsign e se ho voglia e tempo provo wbtb o ssild a seconda di come mi sento. Ho trovato molto utile, se mi sveglio nelle notti in cui non posso fare tecniche particolari, guardare l'ora o comunque pensare di avere tempo per dormire e dirmi "c'è ancora tempo per un lucido". Ultima tecnica che non uso sempre ma quando son un po' motivato, è il ripetermi 'mi ricorderò di accorgermi di stare sognando ' prima di addormentarmi e non meccanicamente.
Per quanto riguarda il ricordo, invece, è uno dei miei punti più fallaci perché nonostante tutto tendo a peggiorare progressivamente, quindi almeno una settimana al mese mi concentro solo ed esclusivamente a ricordare, di solito quando noto che ricordo di meno (es, stanotte giorno 137 ho lucidato con bassa lucidità e ricordo solo che ripercorrevo la trama del sogno nella mente sapendo di sognare. Dato che per un lucido è un ricordo quasi nullo, appena torno dalle vacanze mi sparo una settimana di solo ricordo : CoolGun : ) Spero di esserti stato di aiuto :)
se mi stai leggendo ti toccherà fare un test di realtà... o è già questo il test?
Ethalin
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Riporto qui altri due lucidi, uno molto corto e uno di cui ricordo solo la presa di lucidità : Sad :
Purtroppo tra vacanze di Natale, malattie, cazzi e mazzi vari non ho molto lavorato sui lucidi e il risultato si vede, non ne faccio uno lungo dal giorno 125!

giorno 139 3:00
Sono in una stanza con una luce giallastra e con altre persone. Tutto fa parte di un sogno più ampio che non ricordo, quando a un certo punto penso che tutto ciò non è possibile e devo stare sognando. Mi guardo la mano e conto le dita, che mi riconfermano i miei sospetti: sono sei. Non ho altri ricordi, credo di essermi svegliato subito dopo

giorno 149 23:30
sogno 2 della notte, microrisveglio in cui penso ai lucidi e scrivo sul diario sul comodino quello che mi ricordo del sogno di prima.

Pioggia di Drago
Sono in montagna con i miei amici con cui ero andato in montagna quest'anno, ma senza i miei genitori. L'albergo è differente, ma non lo noto particolarmente. Non ricordo molto bene questa parte, che è circa l'inizio del sogno; i ricordi migliori iniziano quando a un certo punto inizia a piovere una sostanza violacea simile alla vodka alla big babol che avevo provato a capodanno, ma questa sostanza emana vapori rossastri e è composta da 'draghi liquefatti', in base a quanto mi dice il barista dell'albergo. La pioggia inoltre inizia a formare pozzanghere man mano più grandi, che si uniscono in laghi e laghetti che iniziano a crescere. Capisco che per qualche strano motivo non defluisce, inoltre pare sia in qualche modo velenosa perché con i miei amici decidiamo di risalire verso le cime delle montagne (eravamo al centro di una vallata), per trovare la macchina e andare in un posto sicuro. Tutto ciò nel giro di pochi minuti si trasforma in una corsa per sfuggire alla marea violacea, con le scarpe mezze corrose perché toccate proprio da questa. Ricordo che ci arrampicavamo lungo degli edifici, con la 'pioggia' che continuava a aumentare. Poi siamo arrivati a un cantiere, dove abbiamo iniziato a tirarci su con le sbarre di protezione che mettono intorno alle case, ma una volta in cima avevamo tutti il fiatone e mancava ancora un pezzo. Qui uno dei nostri amici dice che anche respirare i vapori della sostanza non fa bene al corpo e prende delle lattine di coca cola che erano lì intorno dicendo che sono piene di aria buona. Ne stappo una e effettivamente è come se bevessi aria liquida, pura e rinfrescante. La cosa inizia a sembrarmi strana e mentre siamo lì in 'pausa' dalla corsa inizio a pensare che mi sembra di aver vissuto tutto ciò ma non riesco a ricordare dove. Continuiamo la scalata della montagna, stavolta seguendo la strada, e arriviamo alla macchina, dove continuo a pensare dove ho già visto ste scene. A un certo punto l'illuminazione:
le avevo sognate! Mi rendo conto dell'assurdità della situazione e capisco di essere in un sogno, ne sono talmente convinto che non faccio neanche un test di realtà. Mi guardo intorno meglio: sono su un tornante con dalla parte sinistra la montagna e sulla destra la vista sulla valle con le città con i grattacieli, come fosse Milano in mezzo alle montagne. C'è una piccola ringhiera arancione alla fine della strada, poi il precipizio. Mentre tiro un calcio a una bottiglietta accartocciata per terra penso che sono più o meno alla fine del sogno, e quindi non durerà tanto. Penso anche che è da tanto che non volo in un lucido, e decido di fregarmene dei miei amici che mi chiamavano alla macchina e spiccare il volo, quindi salgo sulla ringhiera con un salto, guardo giù, sono un poco spaventato ma so che andrà bene. Mi lancio da lì nella solita posizione di volo con i pugni lungo i fianchi e li stringo per iniziare a volare, ma nella frazione di un secondo il sogno si destabilizza a causa di questa mia azione brusca, diventa tutto nero e
mi sveglio con i pugni chiusi. : WallBash :
se mi stai leggendo ti toccherà fare un test di realtà... o è già questo il test?
Ethalin
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Giorno 156 23:30
Microrisveglio in cui penso distrattamente ai lucidi, mi rimetto a dormire.


Urbex nell'entroterra ligure

Sono al mare, sto percorrendo una strada che so che porta a Punta Chiappa, con l'acqua, limpidissima e di un azzurro intenso, alla mia destra. Mentre cammino penso che arrivato là se trovo P. potremmo farci un bagno insieme, venire a tuffarci qui da qualche parte che almeno è un posto un po' diverso dai soliti, quindi mi concentro nel trovare scogli da cui potersi tuffare, decentemente alti e con un modo per risalirci da dentro l'acqua. Ne spotto uno o due che mi sembrano perfetti, e intanto entro in questo golfo seguendo la strada. Alla fine del golfo c'è Punta Chiappa; qui però non ricordo bene che succede, forse incontro i miei zii o qualcuno che conosco. Fatto sta che mi ritrovo con P. sempre sulla stessa strada, consapevole di avere già fatto un giro per la Punta, e inizio a dirgli la mia idea di farci due tuffi in quel bel punto che avevo trovato prima; lui però non ha molta voglia e mi indica nell'entroterra un fiume che si congiunge con un lago, molto simile a quello di Dobbiaco, limpidissimo e circondato da pini di alta montagna: mi dice che secondo lui è meglio lì, almeno è diverso dal solito come avevo detto io ma è anche dolce l'acqua, e bla bla bla. Io obbietto dicendo che di sicuro è più fredda, venendo da un fiume dell'entroterra, e poi che un lago non puoi paragonarmelo al mare; lui però è convinto e alla fine scendiamo lungo una stradina sterrata con scritto 'proprietà privata' che sembrava portare al fiume. A un certo punto però guardo sopra le cime degli alberi e noto delle ciminiere, come di una fabbrica; sembrano anche in cattivo stato, quindi la fabbrica potrebbe essere abbandonata! Tutto contento lo dico a P., che di comune accordo con me decide di andare a vedere se si può fare urbex. Arrivati davanti alla fabbrica, scopriamo che è un complesso veramente ampio e in buono stato per essere abbandonato, somiglia un pochino alla cartiera di carirate, e decidiamo di entrare; dato che comunque siamo in mezzo a un bosco e non c'è nessuno ci intrufoliamo liberamente scavalcando il cancello e una volta dentro iniziamo a esplorare. Sembra un po' simile a altri posti che abbiamo già visitato io e lui, in particolare a uno molto brutto e monotono, però, dopo essere entrati in un altro cancellletto più interno, troviamo un gruppo di ragazzini più piccoli di noi che stanno esplorando anche loro. All'inizio ci avevano spaventato perché pensavamo fossero barboni, e io non avevo dietro il coltellino svizzero, però poi si mostrano molto amichevoli e anzi decidono di seguirci. Strada facendo scopriamo che è la loro prima volta in una fabbrica abbandonata e ci dicono persino le nozioni base di questa cosa, tipo non vandalizzare e portarsi sempre dietro qualcosa per difesa che non si sa mai; a un certo punto io sbotto e dico loro che sono almeno due/tre anni che io e P. andiamo in fabbriche abbandonate e cose simili, quindi non siamo inesperti, e che se facciamo qualche errore son comunque cazzi nostri; dopo la mia sfollata smettono di darci consigli e se ne stanno più o meno zitti. Nel frattempo abbiamo ormai esplorato quasi tutta la fabbrica, non resta che un ambiente abbastanza grosso e basso; ci entriamo e noto che è una sala bassa, composta da legno e un metallo giallastro che penso sia ottone ma non ha molto senso, e in fondo c'è una porta di legno chiusa con un asse enorme e un catenaccio. Ho la fortissima sensazione di avere già visto questo posto e quando le porte dietro di noi da cui siamo entrati si chiudono di scatto ricordo tutto: è la stanza di un altro incubo dove ero rimasto intrappolato in questa stanza con altra gente e non c'era modo di scappare, e alla fine mi ero suicidato. Capisco di essere in un sogno ma voglio comunque esserne sicuro: guardo la mia mano e contando le dita a due a due noto che sono otto. Penso subito a un modo per uscirmene da qui, ma non me ne viene in mente uno: ricordo che nell'incubo avevo provato sia le porte da cui eravamo entrati che le altre, così come l'unica finestra che c'è e una presa dell'aria. P. e gli altri bambinetti intanto son corsi alla porta da cui eravamo entrati per capire che fosse successo, e una volta capito di essere in trappola si erano messi a urlare. Io, stufo, faccio senza apparente motivo un altro test di realtà per sicurezza, stavolta tappandomi il naso. Respiro, ma con un po' di fatica, e ricordo che nella realtà ho il raffreddore. Mentre penso a questo la sensazione del mio naso reale mi 'risucchia' in una maniera velocissima, tutto il sogno si sfalda e diventa nero e mentre mi maledico in tutte le lingue del mondo mi sveglio.

giorno 161 23:20
-senza titolo, è solo un frammento
Di questo sogno ricordo due frammenti principali, in cui in mezzo o ho dimenticato o mi sono svegliato causa la febbre che ho in questi giorni.
Primo frammento: sono in montagna con i miei compagni di classe e la prof di educazione fisica; stiamo scalando/scappando da qualcosa e siamo al campo base all'inizio di una ovovia. Capisco di essere in un sogno perché ricordo che questa situazione l'avevo affrontata identica in un altro sogno, e ricordo che mi ero arrampicato sui fili dell'ovovia e ero arrivato salvandomi in cima alla montagna. Preso dal panico, provo a emulare questo mio gesto (evidentemente avevo una lucidità molto bassa se non ho pensato di volare : WallBash : ) , però arrivato in cima a uno dei pilastri noto che la corda di ferro si è spezzata e sono quindi impossibilitato a salire. Scendo e osservo dal basso che c'era un cavo elettrico a cui avrei potuto aggrapparmi, ma non ci ho pensato. Fine del primo frammento, non ricordo altro; probabilmente mi son messo a parlare con qualcuno e ho perso la poca lucidità che avevo.
Secondo frammento: sono con F. e E. ai miei fianchi davanti a uno specchio in una stanza illuminata con una luce giallastra. Lo specchio non riflette anomalie, siamo proprio come nella realtà; senza apparente motivo capisco di essere in un sogno e lo dico sia a F. che a E. F. sembra sollevato, l'altra contrariata. Mi avvicino allo specchio con l'intento di entrarci e mi sveglio.
se mi stai leggendo ti toccherà fare un test di realtà... o è già questo il test?
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