Sogni "comuni" di Max Muto
Mercoledì 3 aprile 2013
E' appena ricominciata la scuola, e la notte prima mi sono ricordato i sogni dopo sei giorni di inattività. Vado a letto presto, alle 22, leggo, ascolto musica, mi addormento alle 23,30. La sveglia l'ho puntata alle 4,00 per provare a ricordarmi più sogni.
[Sogno unico]
Sono appena uscito dalla mia scuola, dopo le lezioni, e mi trovo davanti al cancello per le biciclette, che porta al cortile interno con palestre e rastrelliere. C'è una gran folla di studenti, come sempre quando si esce, ma questa volta sembra che stiano tutti parlando della stessa cosa. Io avanzo tra la gente, per prendere la mia bicicletta. Alcuni mi gridano di fare qualcosa, ma non capisco cosa e tiro dritto perché voglio andare a casa. Dopo aver superato la folla, al di là trovo la mia bici: non è legata, ma sta lì pronta in mezzo alla strada. Cerco di prenderla ma c'è ancora troppa gente in giro per avvicinarmi. Quando finalmente la raggiungo, vedo vicini a me PF e FD, due ragazzi della mia scuola, anche loro che cercano di recuperare le biciclette invano. Sembra quasi che gli altri si divertano ad ostacolarli, loro sono scocciati. Uno addirittura si aggrappa alla mia bicicletta per non farmi partire. Allora urlo di lasciarci prendere le bici, e per farmi sentire meglio sollevo la mia di peso e la risbatto a terra, girata verso dove devo andare. Così facendo mi libero, ci salgo sopra e comincio a pedalare. Cerco di scoprire se anche gli altri due sono riusciti a partire, non li vedo ma sento che ce l'hanno fatta. Continuo a pedalare, girando per le vie del centro. E' sicuramente la mia città, anche se segue una geografia un po' diversa. Provo una bellissima sensazione di libertà. Dopo un po' arrivo nella zona dove abito e mi trovo davanti a un parco a pochi minuti da casa mia. Il parco è sulla sinistra della strada in cui mi trovo, ma per entrare devo superarlo e fare inversione di marcia. Quando sono all'altezza del parco, vedo sedute sui gradini di uno dei due ingressi EB e MP, due ragazze della mia classe. Sono piccole e lontane, ma le riconosco senza alcun dubbio grazie alle loro tinte appariscenti, rispettivamente rossa e bionda. Faccio inversione, e arrivo al parco che ora si trova sulla mia destra. All'ingresso scendo dalla bicicletta, e facendolo noto S, un ragazzo più piccolo di quattro anni che ogni tanto vedo in spiaggia ad agosto. Sta dicendo qualcosa tra sè e sè, forse riferito a me, ma non rimango ad ascoltare. La sua vista però mi porta per un attimo alla mente il ricordo di PR, che è un suo buon amico. Comincio a spingere la bicicletta a mano su per la salita che porta al parco vero e proprio. Io cammino sull'asfalto, ma faccio andare la bici sulla fascia di terreno che c'è a destra della salita di destra. Mentre salgo, comincio a sentire una specie di voce narrante: appartiene proprio a PR, e sembra raccontare come in una favola alcuni fatti della sua vita. Non c'è traccia di lui, ma vedo suo padre che viene giù dal parco. La voce racconta qualcosa come "Mio padre si sposta quasi sempre in automobile, abbastanza spesso anche in bici, e rare volte in treno. Con tutto ciò, quello che resta per andare a piedi è davvero poco, e a me dispiace molto. Per fortuna, però, posso recuperare il piacere di camminare facendo lunghe passeggiate nella natura, e mi piace soprattutto venire in questo parco." Non faccio caso alla stranezza della situazione, ma proseguo per la salita. Quando arrivo in cima, finalmente vedo PR nel vialetto che circonda il parco. Sono di nuovo in sella e mi avvicino, ma mi accorgo subito che ci sono delle cose per terra, così freno appena in tempo per evitare la prima. E' una specie di buca, del diametro di 30cm, e dentro vedo uno strano animale che sembra un riccio. PR si avvicina e comincia a parlare, senza neanche salutare. Ha un'aria da zoologo, indaffarato ma contento del suo lavoro, porta degli occhialini tondi. Mi spiega alcune cose, con un tono da Alberto Angela, su questi animali che sta studiando ultimamente. Sembra che ne sappia molto, ma io non lo seguo un granché, o almeno non ricordo, ma faccio qualche altro passo e vedo molte altre buche simili alla prima. Mi accosto a una di queste, che è indubbiamente vuota, ma quando sono lì comincia a comparire uno di questi ricci, dal nulla. La scena si ripete anche con la terza buca, nella quale compare un animale quando mi avvicino. A questo punto PR mi ferma, spiegandomi che adesso quegli animali stanno partorendo. Ognuno ci mette circa 10 minuti a nascere/formarsi del tutto, ma bisogna lasciarli fare senza intervenire. La cosa è molto strana: non sembra tanto un parto, quanto una sorta di generazione spontanea...
[Sveglia 1]
Suona la sveglia alle 4,00, e mi rendo conto che mi ricordo già questo sogno. Mi alzo, bevo dell'acqua, vado in bagno e scrivo velocemente quello che ricordo. Ci metto almeno dieci minuti, essendo un sogno abbastanza lungo, poi torno a letto.
[Sveglia 2]
Alle 7,10 mi sveglio ma non ricordo altri sogni, quindi l'unico che ricordo è quello tra le 23,30 e le 4,00. Sono comunque contento perché è un sogno consistente
E' appena ricominciata la scuola, e la notte prima mi sono ricordato i sogni dopo sei giorni di inattività. Vado a letto presto, alle 22, leggo, ascolto musica, mi addormento alle 23,30. La sveglia l'ho puntata alle 4,00 per provare a ricordarmi più sogni.
[Sogno unico]
Sono appena uscito dalla mia scuola, dopo le lezioni, e mi trovo davanti al cancello per le biciclette, che porta al cortile interno con palestre e rastrelliere. C'è una gran folla di studenti, come sempre quando si esce, ma questa volta sembra che stiano tutti parlando della stessa cosa. Io avanzo tra la gente, per prendere la mia bicicletta. Alcuni mi gridano di fare qualcosa, ma non capisco cosa e tiro dritto perché voglio andare a casa. Dopo aver superato la folla, al di là trovo la mia bici: non è legata, ma sta lì pronta in mezzo alla strada. Cerco di prenderla ma c'è ancora troppa gente in giro per avvicinarmi. Quando finalmente la raggiungo, vedo vicini a me PF e FD, due ragazzi della mia scuola, anche loro che cercano di recuperare le biciclette invano. Sembra quasi che gli altri si divertano ad ostacolarli, loro sono scocciati. Uno addirittura si aggrappa alla mia bicicletta per non farmi partire. Allora urlo di lasciarci prendere le bici, e per farmi sentire meglio sollevo la mia di peso e la risbatto a terra, girata verso dove devo andare. Così facendo mi libero, ci salgo sopra e comincio a pedalare. Cerco di scoprire se anche gli altri due sono riusciti a partire, non li vedo ma sento che ce l'hanno fatta. Continuo a pedalare, girando per le vie del centro. E' sicuramente la mia città, anche se segue una geografia un po' diversa. Provo una bellissima sensazione di libertà. Dopo un po' arrivo nella zona dove abito e mi trovo davanti a un parco a pochi minuti da casa mia. Il parco è sulla sinistra della strada in cui mi trovo, ma per entrare devo superarlo e fare inversione di marcia. Quando sono all'altezza del parco, vedo sedute sui gradini di uno dei due ingressi EB e MP, due ragazze della mia classe. Sono piccole e lontane, ma le riconosco senza alcun dubbio grazie alle loro tinte appariscenti, rispettivamente rossa e bionda. Faccio inversione, e arrivo al parco che ora si trova sulla mia destra. All'ingresso scendo dalla bicicletta, e facendolo noto S, un ragazzo più piccolo di quattro anni che ogni tanto vedo in spiaggia ad agosto. Sta dicendo qualcosa tra sè e sè, forse riferito a me, ma non rimango ad ascoltare. La sua vista però mi porta per un attimo alla mente il ricordo di PR, che è un suo buon amico. Comincio a spingere la bicicletta a mano su per la salita che porta al parco vero e proprio. Io cammino sull'asfalto, ma faccio andare la bici sulla fascia di terreno che c'è a destra della salita di destra. Mentre salgo, comincio a sentire una specie di voce narrante: appartiene proprio a PR, e sembra raccontare come in una favola alcuni fatti della sua vita. Non c'è traccia di lui, ma vedo suo padre che viene giù dal parco. La voce racconta qualcosa come "Mio padre si sposta quasi sempre in automobile, abbastanza spesso anche in bici, e rare volte in treno. Con tutto ciò, quello che resta per andare a piedi è davvero poco, e a me dispiace molto. Per fortuna, però, posso recuperare il piacere di camminare facendo lunghe passeggiate nella natura, e mi piace soprattutto venire in questo parco." Non faccio caso alla stranezza della situazione, ma proseguo per la salita. Quando arrivo in cima, finalmente vedo PR nel vialetto che circonda il parco. Sono di nuovo in sella e mi avvicino, ma mi accorgo subito che ci sono delle cose per terra, così freno appena in tempo per evitare la prima. E' una specie di buca, del diametro di 30cm, e dentro vedo uno strano animale che sembra un riccio. PR si avvicina e comincia a parlare, senza neanche salutare. Ha un'aria da zoologo, indaffarato ma contento del suo lavoro, porta degli occhialini tondi. Mi spiega alcune cose, con un tono da Alberto Angela, su questi animali che sta studiando ultimamente. Sembra che ne sappia molto, ma io non lo seguo un granché, o almeno non ricordo, ma faccio qualche altro passo e vedo molte altre buche simili alla prima. Mi accosto a una di queste, che è indubbiamente vuota, ma quando sono lì comincia a comparire uno di questi ricci, dal nulla. La scena si ripete anche con la terza buca, nella quale compare un animale quando mi avvicino. A questo punto PR mi ferma, spiegandomi che adesso quegli animali stanno partorendo. Ognuno ci mette circa 10 minuti a nascere/formarsi del tutto, ma bisogna lasciarli fare senza intervenire. La cosa è molto strana: non sembra tanto un parto, quanto una sorta di generazione spontanea...
[Sveglia 1]
Suona la sveglia alle 4,00, e mi rendo conto che mi ricordo già questo sogno. Mi alzo, bevo dell'acqua, vado in bagno e scrivo velocemente quello che ricordo. Ci metto almeno dieci minuti, essendo un sogno abbastanza lungo, poi torno a letto.
[Sveglia 2]
Alle 7,10 mi sveglio ma non ricordo altri sogni, quindi l'unico che ricordo è quello tra le 23,30 e le 4,00. Sono comunque contento perché è un sogno consistente
Ultima modifica di MaxMuto il 06/04/2013, 19:12, modificato 1 volta in totale.
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Giovedì 4 aprile 2013
Vado a letto alle 22,15 e mi addormento intorno alle 23,30, dopo aver puntato la sveglia alle 4,00. Questa notte mi sveglierò due volte, entrambe spontaneamente.
[Sogno 1]
Sono al mare a PM e mi trovo in casa di Pa, un amico veneto che vedo durante le vacanze. Con noi ci sono anche C e MM, una ragazza e un ragazzo che vedo nelle medesime circostanze. Siamo tutti stesi tra due divani disposti a L e il materasso che sta a terra lì in mezzo. (Nota: questa scena è effettivamente accaduta, praticamente uguale, il venerdì e il sabato precedenti, visto che noi quattro abbiamo dormito per due notti a casa di Pa.) Abbiamo un portatile appoggiato in mezzo e stiamo decidendo cosa vedere, tra film e video vari. Facciamo varie proposte, che non ricordo, ma sono almeno quattro.
Mi sveglio e guardo l'ora: sono le 2,26. Mi ricordo solo di questo Sogno 1, che in effetti è molto breve, ma sono felice di essermi svegliato da solo e decido di togliere la sveglia che avevo puntato alle 4,00.
[Sogno 2]
Sono nella mia scuola, al secondo piano, seduto su una panca-divanetto. Questa si trova nell'ala sinistra del secondo piano, e io rimango lì, come se stessi aspettando qualcuno. Dopo un po' arriva BA, una mia compagna di classe, e subito dopo Pi, il suo ragazzo. Ci salutiamo, BA mi parla un po', ma io non voglio fare da terzo incomodo, così mi alzo e vado verso destra, quindi il centro del piano. Camminando vedo che ci sono alcune altre persone intorno, come se fosse ricreazione, solo che sembra notte. (Nota: direi che è una memoria dell'occupazione, visto che venne effettivamente Pi a scuola una sera.) A un certo punto incontro B, un'amica che viene a scuola con me, e parliamo un po' di cose che non ricordo. Poi mi chiede se sto bene, sembra quasi un po' preoccupata. Io non capisco perché, ma la rassicuro, quindi ci salutiamo e io scendo per le scale che portano al primo piano. [Stacco] Sono sempre a scuola, ma questa volta al piano terra, sto aspettando di uscire. Quando suona la campanella esco insieme a B (quella di prima) e P e M, due compagni di classe. Procediamo per una strada che non conosco, con dei portici sulla destra, ma noi camminiamo in strada. In fondo c'è un altro portico che la incrocia. Chiacchieramo di non so cosa, e prima che arriviamo al portico cambia la scena. [Stacco] Sono con M (quello di prima) a una specie di festa, situata in un locale che però ricorda anche il piano terra della mia scuola. Entrambi ci stiamo annoiando, quindi quando glielo chiedo lui è d'accordo sul fatto di andarcene. Attraversiamo qualche stanza e zrriviamo all'ingresso...
Mi sveglio, guardo l'ora e sono le 3,58. Sono stupito perché mi sono svegliato spontaneamente all'orario in cui avevo puntato la sveglia (che poi avevo tolto). Mi ricordo il Sogno 2, che quindi ho fatto tra le 2,30 e le 4,00. Torno a dormire, dopo aver messo la sveglia definitiva alle 7,00.
[Sogno 3]
Mi trovo in un pullman che viaggia a velocità sostenuta per una strada abbastanza piccola e con un certo dislivello. Dopo una serie di salite e discese si ferma, e io scendo, credendo forse di essere arrivato. Invece, una volta che io sono sceso, il pullman riparte subito, e io capisco che ho in un certo senso "sbagliato fermata", sebbene non sappia ancora dove sono diretto. Così decido di provare a seguirlo, visto che ora sembra andare più lentamente. Vado dietro al pullman per un paio di tornanti, che si sviluppano in una specie di paesino. Il pullman però accelera, e comincio a non potergli stare più dietro (non mi metto neanche a correre, in realtà). Sono a questo punto su una stradina di paese in leggera salita, con delle case ai lati, e vedo per terra qualcosa luccicare. Allora mi chino e scopro una moneta da due euro. Quello che penso è qualcosa come "ormai ho perso l'autobus, già che ci sono..." Allora la tiro su, e vedo accanto a essa altre monete, questa volta da cinquanta centesimi. Sono due o tre, a distanza di qualche passo una dall'altra, e le raccolgo tutte, mettendomele in tasca. A questo punto ho perso del tutto traccia del pullman, ma non me ne preoccupo eccessivamente, visto che guardandomi intorno scopro di essere ormai vicino alla meta. Infatti, guardando a destra alla fine della salita, scorgo il castello di L, chiaro segno che mi trovo al mare dove hanno la casa i miei nonni paterni. Anche le stradine piene di curve e in salita ora hanno un senso: mi trovo sulla parte alta della collina, e in basso si vede il mare. Comincio a percorrere queste stradine, tipicamente liguri, ma nella direzione opposta al castello. Mentre procedo, la scena cambia gradualmente, e il paese diventa sempre più affine allo stesso giardino dei nonni, in versione allargata. A questo punto conosco la strada, so che devo scendere più in basso seguendo una certa direzione per raggiungere la casa. Le stradine ormai sono diventate scale di pietra, e le case ai lati sono piante, soprattutto ulivi. Comincio a scendere, e prendo una scalinata che scendendo gira dolcemente verso destra. Ogni tanto un'ape o qualche altro insetto mi si avvicinano, e quando accade io mi immobilizzo, proteggendomi le orecchie e la gola con le mani, a occhi chiusi. (Nota: io ho realmente paura degli insetti che ronzano, la mia sopportazione varia di caso in caso, ma di solito non ho reazioni così esagerate.) Mentre continuo a scendere, inizio a sentire una voce che parla, senza vedere a chi appartenga. Questa specie di voce narrante comunque appartiene a qualcuno che vive o viveva in quella casa, e che conosce molto bene il giardino. Infatti dice qualcosa come "mi è sempre piaciuto fare questa passeggiata in giardino, per arrivare a casa. Nello scendere, passavo prima a trovare Freud, poi Wilhelm, e infine Friedrich..." Mentre la voce parla (o forse sono io che mi ricordo qualcosa) capsico che appartiene a Ma, il mio prozio, fratello di mio nonno. Essendo morto da 14 anni, capisco anche che è un ricordo. Comunque, mentre scendo, trovo corrispondenze tra le persone che lui dice si incontrino facendo quella strada e alcune cose che effettivamente vedo. Nell'ordine, riconosco: Freud in un fiore, Wilhelm in un'ape, e infine Friedrich in un albero. Non ho idea di cosa mi spinga a fare questa associazione, ma capisco che con Wilhelm intende Hegel, e con Friedrich Nietzsche, mentre Freud lo chiama direttamente per cognome (che fossero meno amici? ) Ancora più strano è che identifichi questi tre filosofi con tre elementi naturali, ma tant'è. Non rifletto sulla discrepanza di epoca (non possono essersi conosciuti) e accetto il fatto che fossero amici e vicini di casa. Finalmente arrivo all'entrata di destra della casa. Qui incontro mia nonna L, che mi accoglie in casa. Portandomi attraverso la cucina, mi fa uscire dal lato sinistro, e mi mostra una nuova costruzione di mio nonno R: è una sorta di capanno situato nel giardino, a circa quindici metri di distanza dalla casa. Incuriosito mi avvio verso la capanna, che è messa dove normalmente c'è l'orto di zucchine e pomodori, ed entro. All'esterno sembra un capanno degli attrezzi piuttosto rozzo, fatto di plastica, mentre all'interno è una piccola casetta decisamente graziosa. E' divisa in due stanze, una di ingresso più grande e un'altra più piccola. In tutto saranno circa 8x5 metri. E' ammobiliata, in modo semplice ma gradevole, si vede che è già stata usata. Sembra un piccolo bilocale, le pareti sono in legno. Nello spazio tra le due stanzette ci sono delle mensole, e in uno dei ripiani vedo una serie di CD. Ne riconosco uno di musica classica, credo Mozart. Passo nella camera più piccola proprio mentre mio nonno entra dall'ingresso. Non mi vede ma sente rumore, quindi chiede ad alta voce, un po' spaventato, chi ci sia lì dentro. Per non preoccuparlo troppo mi faccio subito riconoscere, e lui mi illustra il suo lavoro, con la tipica modestia, comportandosi come se fosse stata una cosa facile e non troppo riuscita. Io in realtà la reputo molto bella, e quando mi chiede com'è rispondo che l'unica cosa che farei è aggiungere un divano, in modo da renderla indipendente e poterla usare come casa ausiliare. Considera la mia proposta, ma è meno entusiasta di me del risultato generale. [Stacco] Ora la capanna costruita da mio nonno è all'interno della casa dei nonni a Bologna, come una sorta di stanza dentro il soggiorno. Mi chiedo se uno possa abitare lì in modo indipendente dal resto della casa, e capisco subito che non è possibile. Infatti prima di tutto per entrare nella capanna bisogna prima entrare dall'ingresso principale della casa, e poi le pareti non sono abbastanza alte (manca il soffitto) e quindi si sentirebbero i rumori della casa. Penso che mio nonno abbia esagerato a portare il capanno in casa, ma non glielo dico perché mi dispiacerebbe, e poi l'idea è stata comunque interessante e lui ha faticato per realizzarla.
Mi sveglio con la sveglia di mia sorella (alle 7,00, ma ha l'orologio indietro di un minuto sul mio). Comincio a pensare al sogno, poi un minuto dopo suona la mia. Comincio a scriverlo sul telefono, rimanendo a letto fino alle 7,25 per scriverli tutti e tre. In definitiva sono più che soddisfatto, perché mi sono svegliato due volte da solo (ricordandomi un sogno ogni volta), e al mattino ne ho ricordato un altro più lungo della media.
Vado a letto alle 22,15 e mi addormento intorno alle 23,30, dopo aver puntato la sveglia alle 4,00. Questa notte mi sveglierò due volte, entrambe spontaneamente.
[Sogno 1]
Sono al mare a PM e mi trovo in casa di Pa, un amico veneto che vedo durante le vacanze. Con noi ci sono anche C e MM, una ragazza e un ragazzo che vedo nelle medesime circostanze. Siamo tutti stesi tra due divani disposti a L e il materasso che sta a terra lì in mezzo. (Nota: questa scena è effettivamente accaduta, praticamente uguale, il venerdì e il sabato precedenti, visto che noi quattro abbiamo dormito per due notti a casa di Pa.) Abbiamo un portatile appoggiato in mezzo e stiamo decidendo cosa vedere, tra film e video vari. Facciamo varie proposte, che non ricordo, ma sono almeno quattro.
Mi sveglio e guardo l'ora: sono le 2,26. Mi ricordo solo di questo Sogno 1, che in effetti è molto breve, ma sono felice di essermi svegliato da solo e decido di togliere la sveglia che avevo puntato alle 4,00.
[Sogno 2]
Sono nella mia scuola, al secondo piano, seduto su una panca-divanetto. Questa si trova nell'ala sinistra del secondo piano, e io rimango lì, come se stessi aspettando qualcuno. Dopo un po' arriva BA, una mia compagna di classe, e subito dopo Pi, il suo ragazzo. Ci salutiamo, BA mi parla un po', ma io non voglio fare da terzo incomodo, così mi alzo e vado verso destra, quindi il centro del piano. Camminando vedo che ci sono alcune altre persone intorno, come se fosse ricreazione, solo che sembra notte. (Nota: direi che è una memoria dell'occupazione, visto che venne effettivamente Pi a scuola una sera.) A un certo punto incontro B, un'amica che viene a scuola con me, e parliamo un po' di cose che non ricordo. Poi mi chiede se sto bene, sembra quasi un po' preoccupata. Io non capisco perché, ma la rassicuro, quindi ci salutiamo e io scendo per le scale che portano al primo piano. [Stacco] Sono sempre a scuola, ma questa volta al piano terra, sto aspettando di uscire. Quando suona la campanella esco insieme a B (quella di prima) e P e M, due compagni di classe. Procediamo per una strada che non conosco, con dei portici sulla destra, ma noi camminiamo in strada. In fondo c'è un altro portico che la incrocia. Chiacchieramo di non so cosa, e prima che arriviamo al portico cambia la scena. [Stacco] Sono con M (quello di prima) a una specie di festa, situata in un locale che però ricorda anche il piano terra della mia scuola. Entrambi ci stiamo annoiando, quindi quando glielo chiedo lui è d'accordo sul fatto di andarcene. Attraversiamo qualche stanza e zrriviamo all'ingresso...
Mi sveglio, guardo l'ora e sono le 3,58. Sono stupito perché mi sono svegliato spontaneamente all'orario in cui avevo puntato la sveglia (che poi avevo tolto). Mi ricordo il Sogno 2, che quindi ho fatto tra le 2,30 e le 4,00. Torno a dormire, dopo aver messo la sveglia definitiva alle 7,00.
[Sogno 3]
Mi trovo in un pullman che viaggia a velocità sostenuta per una strada abbastanza piccola e con un certo dislivello. Dopo una serie di salite e discese si ferma, e io scendo, credendo forse di essere arrivato. Invece, una volta che io sono sceso, il pullman riparte subito, e io capisco che ho in un certo senso "sbagliato fermata", sebbene non sappia ancora dove sono diretto. Così decido di provare a seguirlo, visto che ora sembra andare più lentamente. Vado dietro al pullman per un paio di tornanti, che si sviluppano in una specie di paesino. Il pullman però accelera, e comincio a non potergli stare più dietro (non mi metto neanche a correre, in realtà). Sono a questo punto su una stradina di paese in leggera salita, con delle case ai lati, e vedo per terra qualcosa luccicare. Allora mi chino e scopro una moneta da due euro. Quello che penso è qualcosa come "ormai ho perso l'autobus, già che ci sono..." Allora la tiro su, e vedo accanto a essa altre monete, questa volta da cinquanta centesimi. Sono due o tre, a distanza di qualche passo una dall'altra, e le raccolgo tutte, mettendomele in tasca. A questo punto ho perso del tutto traccia del pullman, ma non me ne preoccupo eccessivamente, visto che guardandomi intorno scopro di essere ormai vicino alla meta. Infatti, guardando a destra alla fine della salita, scorgo il castello di L, chiaro segno che mi trovo al mare dove hanno la casa i miei nonni paterni. Anche le stradine piene di curve e in salita ora hanno un senso: mi trovo sulla parte alta della collina, e in basso si vede il mare. Comincio a percorrere queste stradine, tipicamente liguri, ma nella direzione opposta al castello. Mentre procedo, la scena cambia gradualmente, e il paese diventa sempre più affine allo stesso giardino dei nonni, in versione allargata. A questo punto conosco la strada, so che devo scendere più in basso seguendo una certa direzione per raggiungere la casa. Le stradine ormai sono diventate scale di pietra, e le case ai lati sono piante, soprattutto ulivi. Comincio a scendere, e prendo una scalinata che scendendo gira dolcemente verso destra. Ogni tanto un'ape o qualche altro insetto mi si avvicinano, e quando accade io mi immobilizzo, proteggendomi le orecchie e la gola con le mani, a occhi chiusi. (Nota: io ho realmente paura degli insetti che ronzano, la mia sopportazione varia di caso in caso, ma di solito non ho reazioni così esagerate.) Mentre continuo a scendere, inizio a sentire una voce che parla, senza vedere a chi appartenga. Questa specie di voce narrante comunque appartiene a qualcuno che vive o viveva in quella casa, e che conosce molto bene il giardino. Infatti dice qualcosa come "mi è sempre piaciuto fare questa passeggiata in giardino, per arrivare a casa. Nello scendere, passavo prima a trovare Freud, poi Wilhelm, e infine Friedrich..." Mentre la voce parla (o forse sono io che mi ricordo qualcosa) capsico che appartiene a Ma, il mio prozio, fratello di mio nonno. Essendo morto da 14 anni, capisco anche che è un ricordo. Comunque, mentre scendo, trovo corrispondenze tra le persone che lui dice si incontrino facendo quella strada e alcune cose che effettivamente vedo. Nell'ordine, riconosco: Freud in un fiore, Wilhelm in un'ape, e infine Friedrich in un albero. Non ho idea di cosa mi spinga a fare questa associazione, ma capisco che con Wilhelm intende Hegel, e con Friedrich Nietzsche, mentre Freud lo chiama direttamente per cognome (che fossero meno amici? ) Ancora più strano è che identifichi questi tre filosofi con tre elementi naturali, ma tant'è. Non rifletto sulla discrepanza di epoca (non possono essersi conosciuti) e accetto il fatto che fossero amici e vicini di casa. Finalmente arrivo all'entrata di destra della casa. Qui incontro mia nonna L, che mi accoglie in casa. Portandomi attraverso la cucina, mi fa uscire dal lato sinistro, e mi mostra una nuova costruzione di mio nonno R: è una sorta di capanno situato nel giardino, a circa quindici metri di distanza dalla casa. Incuriosito mi avvio verso la capanna, che è messa dove normalmente c'è l'orto di zucchine e pomodori, ed entro. All'esterno sembra un capanno degli attrezzi piuttosto rozzo, fatto di plastica, mentre all'interno è una piccola casetta decisamente graziosa. E' divisa in due stanze, una di ingresso più grande e un'altra più piccola. In tutto saranno circa 8x5 metri. E' ammobiliata, in modo semplice ma gradevole, si vede che è già stata usata. Sembra un piccolo bilocale, le pareti sono in legno. Nello spazio tra le due stanzette ci sono delle mensole, e in uno dei ripiani vedo una serie di CD. Ne riconosco uno di musica classica, credo Mozart. Passo nella camera più piccola proprio mentre mio nonno entra dall'ingresso. Non mi vede ma sente rumore, quindi chiede ad alta voce, un po' spaventato, chi ci sia lì dentro. Per non preoccuparlo troppo mi faccio subito riconoscere, e lui mi illustra il suo lavoro, con la tipica modestia, comportandosi come se fosse stata una cosa facile e non troppo riuscita. Io in realtà la reputo molto bella, e quando mi chiede com'è rispondo che l'unica cosa che farei è aggiungere un divano, in modo da renderla indipendente e poterla usare come casa ausiliare. Considera la mia proposta, ma è meno entusiasta di me del risultato generale. [Stacco] Ora la capanna costruita da mio nonno è all'interno della casa dei nonni a Bologna, come una sorta di stanza dentro il soggiorno. Mi chiedo se uno possa abitare lì in modo indipendente dal resto della casa, e capisco subito che non è possibile. Infatti prima di tutto per entrare nella capanna bisogna prima entrare dall'ingresso principale della casa, e poi le pareti non sono abbastanza alte (manca il soffitto) e quindi si sentirebbero i rumori della casa. Penso che mio nonno abbia esagerato a portare il capanno in casa, ma non glielo dico perché mi dispiacerebbe, e poi l'idea è stata comunque interessante e lui ha faticato per realizzarla.
Mi sveglio con la sveglia di mia sorella (alle 7,00, ma ha l'orologio indietro di un minuto sul mio). Comincio a pensare al sogno, poi un minuto dopo suona la mia. Comincio a scriverlo sul telefono, rimanendo a letto fino alle 7,25 per scriverli tutti e tre. In definitiva sono più che soddisfatto, perché mi sono svegliato due volte da solo (ricordandomi un sogno ogni volta), e al mattino ne ho ricordato un altro più lungo della media.
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Venerdì 5 aprile 2013
Vado a dormire alle 22 e mi addormento verso le 23, puntando la sveglia alle 3,45. La mattina dopo non vado a scuola perché non sto benissimo e preferisco riguardarmi in vista della gita, quindi non punto una sveglia mattutina. Il giorno dopo mi ricordo due sogni piuttosto dettagliati.
[Sogno 1]
Mi trovo a Lerici, a casa dei miei nonni, ma non so assolutamente il perché, sono semplicemente lì e mi fa piacere. So che mancano due giorni alla partenza per la gita di classe, e immagino di essere andato al mare nel weekend per fare una sorta di ponte. Sono insieme a mia sorella E, ma per il resto mi accorgo di avere la casa libera per quei giorni, visto che non c'è nessun altro. Provo un bellissimo senso di libertà, come se fosse già estate. Siamo appena arrivati lì, non ci vado da nove mesi, a casa mia fa ancora freddo, perciò sono molto felice della situazione. Progetto di chiamare degli amici dicendo loro che posso ospitarli per qualche giorno. Poi, avendo una gran voglia di sole, decido di scendere in spiaggia, visto che fa caldo. Cerco della crema solare, visto che non mi espongo da agosto. Guardo un po' in giro, ma non trovandola chiedo a mia sorella. Lei mi indica un tubetto di crema solare che si trova, insieme ad altri contenitori simili, in una vaschetta bianca di ceramica, posta sul ripiano più basso della libreria in legno bianco in camera di mia nonna. Mi accorgo che la protezione è 35, quindi molto più elevata di quella cui sono abituato, ma essendo la prima volta dell'anno decido che va bene. Mentre mi preparo per scendere penso che ho solo due giorni per stare lì, visto che poi devo partire per la gita, ma non ci rifletto troppo. Inizio a darmi la crema in abbondanza, mentre sono ancora in casa, e intanto continuo a pensare di invitare degli amici, essendoci molto posto. A questo proposito penso, o dico ad alta voce, una frase come "Questa volta potete venire letteralmente in quanti volete!" (Nota: in effetti, se mi lasciassero la casa, ci sarebbero fino a venti posti letto.) Dopodiché, finalmente scendo e mi trovo in spiaggia, nel piccolo lido dove vado sempre. Quando sono lì scopro che insieme a me c'è C (amica già presentata in sogni precedenti). Siamo entrati in spiaggia dall'ingresso di sinistra, e ci dirigiamo verso il mio ombrellone, che si trova esattamente sotto la torretta del bagnino. Per arrivarci dobbiamo camminare per circa 50 metri con il mare e le file di ombrelloni alla nostra sinistra. Ci avviamo chiacchierando, e quando siamo circa a metà lei si ferma e guarda a destra, dove si trova uno spiazzo vuoto, di sabbia ancora priva di ombrelloni. Le chiedo che succede e lei mi dice "guarda, c'è uno che conosco, è cieco ma corre senza problemi. Che peccato, sta anche diventando un bel bambino..." Io guardo in quella direzione ma non capisco subito a chi si riferisca. Ci sono cinque o sei bambini, di età 10-12 anni, che corrono in mezzo allo spiazzo, forse giocando a calcio, ma nessuno di loro sembra cieco. Finalmente noto che uno di loro porta degli occhiali da sole tondi e una specie di cuffietta verde in testa. Da questi indizi deduco che sia lui il bambino di cui C parlava, e immagino che la cuffietta sia una protezione, visto che giocare a calcio senza vederci non dev'essere molto semplice.
[Sogno 2]
Sono a Punta Marina insieme a C, F e B, tutti amici del mare. Ci troviamo sul viale principale della cittadina, sul lato destro guardando il mare. Stiamo camminando sul marcipiede verso la spiaggia, chiacchierando. Abbiamo tutti voglia di tornare agli happy, che ricominciano proprio a metà aprile. Mentre ne parliamo ci troviamo tra una panchina e le case, sempre sul marciapiede, e vedo diverse magliette stese a terra, come per fare pubblicità a un evento. Non leggo bene cosa ci sia scritto sopra, ma intuisco che parlano proprio dell'inaugurazione annuale del T, un bagno-discoteca della riviera. Sarà lo stesso Dj degli ultimi anni, FS, a portare avanti le serate fino a settembre, perciò sono doppiamente felice di andare all'inaugurazione. Decidiamo di entrare nella porta che si trova proprio davanti alla panchina e al tratto di marciapiede con le magliette esposte. Entriamo e ci troviamo in una stanza quadrata, non molto grande, di circa 3-4 metri di lato. Rimango un po' spiazzato, chiedendomi come si possa ballare in un buco così. Poi però capisco subito che chiaramente questo non è il T, ma solo un locale in cui si tiene una specie di piccola pre-festa e dove si possono fare i biglietti. Manca ancora almeno un'ora alle 19, quando dovrebbe iniziare la festa, ma decidiamo di rimanere lì per dare un'occhiata e magari incontrare il Dj. Prendiamo le prevendite a una specie di cassa, in realtà senza pagare nulla: semplicemente salutiamo un tipo che sta davanti a una porta e lui ci risponde amichevolmente. Poi proseguiamo, attraverso una porta in fondo alla stanza quadrata, in una seconda stanza, un po' più grande, dalla forma inequivocabile di salotto. A questo punto mi rendo conto che la situazione è molto più privata del previsto: a quanto pare sono nella casa di FS. Esploro un po' la stanza, girando per qualche minuto. E' bella, luminosa, decisamente curata. Si sviluppa, entrando, soprattutto sul lato destro, e la forma è rettangolare, con dimensioni circa doppie a quelle della prima stanza. A destra ci sono due divani messi a L, con in mezzo un tavolino basso da salotto, e nella parete della porta una grande televisione molto attrezzata. Dietro a uno dei divani vedo un impianto stereo. Nella parte sinistra c'è meno luce, ma vedo comunque un tavolo più alto e un mobile con sopra degli apparecchi per il mixaggio. A terra ci sono due tappeti: insomma è un ambiente decisamente confortevole e mi trovo a mio agio. Mi siedo su un divano, e guardando verso il tavolo riconosco la casa di FS, ricordando di averla vista in una simile inquadratura in alcune sue foto su Facebook. (Nota: in realtà, ricontrollando da sveglio, non c'è praticamente nulla di corrispondente tra le foto e l'ambiente del sogno.) In ogni caso, anche se so che lui abita a Bologna, immagino che quella sia la sua seconda casa, che usa dopo gli Happy nella bella stagione. Parlo un po' della cosa con gli altri, che si sono seduti con me sul divano, mentre la casa è ancora pressoché vuota. [STACCO] E' passato un po' di tempo, e la casa si sta lentamente riempendo, anche se i presenti non superano le 15-20 persone. Dal divano sento che c'è altra gente, pur senza vederla, dalle voci che provengono dalla sala quadrata di ingresso. Mi alzo e vado verso il tavolino che sta tra i divani e la TV. Sopra di esso è posto un cestino, io lo raggiungo e trovo della frutta. Ci sono mandarini, banane, fichi e uva. Io opto per un fico, ma vedendo che ne rimangonno solo due chiedo ad alta voce se posso mangiarlo. E' come se mi rivolgessi al padrone di casa, FS quindi, ma in realtà non l'ho ancora visto, e non ho nemmeno la certezza che ci sia. Comunque mi arriva una risposta, sempre dall'altra stanza, che dice qualcosa come "uno puoi mangiarlo, ma l'altro lasciamelo". Allora decido di dividere quello che ho preso con qualcun altro, nel caso lo voglia, e mi preparo a chiederlo. Prima che io possa farlo, sempre dall'ingresso sento una voce che me ne chiede un pezzo. La voce appartiene a MN, una mia compagna di classe, e in quel momento mi accorgo che in mano non ho più un fico ma un mandarino, e che ne ho già mangiati alcuni spicchi. Mi accingo a portare a MN la parte restante del mandarino.
Mi sveglio alle 3,45, spengo la sveglia e torno subito a dormire, senza ricordarmi sogni. Dormo parecchio (non avendo sveglia mi alzo solo verso le 11,30). A questo punto mi ricordo i due sogni, perciò probabilmente li ho fatti entrambi nella seconda parte della notte. Sono soddisfatto dei sogni fatti, sia perché sono stati piacevoli, sia perché li ricordo bene
Vado a dormire alle 22 e mi addormento verso le 23, puntando la sveglia alle 3,45. La mattina dopo non vado a scuola perché non sto benissimo e preferisco riguardarmi in vista della gita, quindi non punto una sveglia mattutina. Il giorno dopo mi ricordo due sogni piuttosto dettagliati.
[Sogno 1]
Mi trovo a Lerici, a casa dei miei nonni, ma non so assolutamente il perché, sono semplicemente lì e mi fa piacere. So che mancano due giorni alla partenza per la gita di classe, e immagino di essere andato al mare nel weekend per fare una sorta di ponte. Sono insieme a mia sorella E, ma per il resto mi accorgo di avere la casa libera per quei giorni, visto che non c'è nessun altro. Provo un bellissimo senso di libertà, come se fosse già estate. Siamo appena arrivati lì, non ci vado da nove mesi, a casa mia fa ancora freddo, perciò sono molto felice della situazione. Progetto di chiamare degli amici dicendo loro che posso ospitarli per qualche giorno. Poi, avendo una gran voglia di sole, decido di scendere in spiaggia, visto che fa caldo. Cerco della crema solare, visto che non mi espongo da agosto. Guardo un po' in giro, ma non trovandola chiedo a mia sorella. Lei mi indica un tubetto di crema solare che si trova, insieme ad altri contenitori simili, in una vaschetta bianca di ceramica, posta sul ripiano più basso della libreria in legno bianco in camera di mia nonna. Mi accorgo che la protezione è 35, quindi molto più elevata di quella cui sono abituato, ma essendo la prima volta dell'anno decido che va bene. Mentre mi preparo per scendere penso che ho solo due giorni per stare lì, visto che poi devo partire per la gita, ma non ci rifletto troppo. Inizio a darmi la crema in abbondanza, mentre sono ancora in casa, e intanto continuo a pensare di invitare degli amici, essendoci molto posto. A questo proposito penso, o dico ad alta voce, una frase come "Questa volta potete venire letteralmente in quanti volete!" (Nota: in effetti, se mi lasciassero la casa, ci sarebbero fino a venti posti letto.) Dopodiché, finalmente scendo e mi trovo in spiaggia, nel piccolo lido dove vado sempre. Quando sono lì scopro che insieme a me c'è C (amica già presentata in sogni precedenti). Siamo entrati in spiaggia dall'ingresso di sinistra, e ci dirigiamo verso il mio ombrellone, che si trova esattamente sotto la torretta del bagnino. Per arrivarci dobbiamo camminare per circa 50 metri con il mare e le file di ombrelloni alla nostra sinistra. Ci avviamo chiacchierando, e quando siamo circa a metà lei si ferma e guarda a destra, dove si trova uno spiazzo vuoto, di sabbia ancora priva di ombrelloni. Le chiedo che succede e lei mi dice "guarda, c'è uno che conosco, è cieco ma corre senza problemi. Che peccato, sta anche diventando un bel bambino..." Io guardo in quella direzione ma non capisco subito a chi si riferisca. Ci sono cinque o sei bambini, di età 10-12 anni, che corrono in mezzo allo spiazzo, forse giocando a calcio, ma nessuno di loro sembra cieco. Finalmente noto che uno di loro porta degli occhiali da sole tondi e una specie di cuffietta verde in testa. Da questi indizi deduco che sia lui il bambino di cui C parlava, e immagino che la cuffietta sia una protezione, visto che giocare a calcio senza vederci non dev'essere molto semplice.
[Sogno 2]
Sono a Punta Marina insieme a C, F e B, tutti amici del mare. Ci troviamo sul viale principale della cittadina, sul lato destro guardando il mare. Stiamo camminando sul marcipiede verso la spiaggia, chiacchierando. Abbiamo tutti voglia di tornare agli happy, che ricominciano proprio a metà aprile. Mentre ne parliamo ci troviamo tra una panchina e le case, sempre sul marciapiede, e vedo diverse magliette stese a terra, come per fare pubblicità a un evento. Non leggo bene cosa ci sia scritto sopra, ma intuisco che parlano proprio dell'inaugurazione annuale del T, un bagno-discoteca della riviera. Sarà lo stesso Dj degli ultimi anni, FS, a portare avanti le serate fino a settembre, perciò sono doppiamente felice di andare all'inaugurazione. Decidiamo di entrare nella porta che si trova proprio davanti alla panchina e al tratto di marciapiede con le magliette esposte. Entriamo e ci troviamo in una stanza quadrata, non molto grande, di circa 3-4 metri di lato. Rimango un po' spiazzato, chiedendomi come si possa ballare in un buco così. Poi però capisco subito che chiaramente questo non è il T, ma solo un locale in cui si tiene una specie di piccola pre-festa e dove si possono fare i biglietti. Manca ancora almeno un'ora alle 19, quando dovrebbe iniziare la festa, ma decidiamo di rimanere lì per dare un'occhiata e magari incontrare il Dj. Prendiamo le prevendite a una specie di cassa, in realtà senza pagare nulla: semplicemente salutiamo un tipo che sta davanti a una porta e lui ci risponde amichevolmente. Poi proseguiamo, attraverso una porta in fondo alla stanza quadrata, in una seconda stanza, un po' più grande, dalla forma inequivocabile di salotto. A questo punto mi rendo conto che la situazione è molto più privata del previsto: a quanto pare sono nella casa di FS. Esploro un po' la stanza, girando per qualche minuto. E' bella, luminosa, decisamente curata. Si sviluppa, entrando, soprattutto sul lato destro, e la forma è rettangolare, con dimensioni circa doppie a quelle della prima stanza. A destra ci sono due divani messi a L, con in mezzo un tavolino basso da salotto, e nella parete della porta una grande televisione molto attrezzata. Dietro a uno dei divani vedo un impianto stereo. Nella parte sinistra c'è meno luce, ma vedo comunque un tavolo più alto e un mobile con sopra degli apparecchi per il mixaggio. A terra ci sono due tappeti: insomma è un ambiente decisamente confortevole e mi trovo a mio agio. Mi siedo su un divano, e guardando verso il tavolo riconosco la casa di FS, ricordando di averla vista in una simile inquadratura in alcune sue foto su Facebook. (Nota: in realtà, ricontrollando da sveglio, non c'è praticamente nulla di corrispondente tra le foto e l'ambiente del sogno.) In ogni caso, anche se so che lui abita a Bologna, immagino che quella sia la sua seconda casa, che usa dopo gli Happy nella bella stagione. Parlo un po' della cosa con gli altri, che si sono seduti con me sul divano, mentre la casa è ancora pressoché vuota. [STACCO] E' passato un po' di tempo, e la casa si sta lentamente riempendo, anche se i presenti non superano le 15-20 persone. Dal divano sento che c'è altra gente, pur senza vederla, dalle voci che provengono dalla sala quadrata di ingresso. Mi alzo e vado verso il tavolino che sta tra i divani e la TV. Sopra di esso è posto un cestino, io lo raggiungo e trovo della frutta. Ci sono mandarini, banane, fichi e uva. Io opto per un fico, ma vedendo che ne rimangonno solo due chiedo ad alta voce se posso mangiarlo. E' come se mi rivolgessi al padrone di casa, FS quindi, ma in realtà non l'ho ancora visto, e non ho nemmeno la certezza che ci sia. Comunque mi arriva una risposta, sempre dall'altra stanza, che dice qualcosa come "uno puoi mangiarlo, ma l'altro lasciamelo". Allora decido di dividere quello che ho preso con qualcun altro, nel caso lo voglia, e mi preparo a chiederlo. Prima che io possa farlo, sempre dall'ingresso sento una voce che me ne chiede un pezzo. La voce appartiene a MN, una mia compagna di classe, e in quel momento mi accorgo che in mano non ho più un fico ma un mandarino, e che ne ho già mangiati alcuni spicchi. Mi accingo a portare a MN la parte restante del mandarino.
Mi sveglio alle 3,45, spengo la sveglia e torno subito a dormire, senza ricordarmi sogni. Dormo parecchio (non avendo sveglia mi alzo solo verso le 11,30). A questo punto mi ricordo i due sogni, perciò probabilmente li ho fatti entrambi nella seconda parte della notte. Sono soddisfatto dei sogni fatti, sia perché sono stati piacevoli, sia perché li ricordo bene
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Sabato 6 aprile 2013
Non sono andato a scuola perché non stavo molto bene, e per lo stesso motivo la sera sto in casa. Passo la serata a preparare la valigia e a prepararmi per il viaggio. Dovrò alzarmi alle 3,30, ma avendo dormito molto la notte prima vado a letto solo all'1,00. Dormo circa due ore, e al risveglio mi ricordo soltanto due brevi frammenti di sogni.
[Sogno 1]
Sono all'interno di un qualche posto non meglio precisato. Sono insieme ad altre persone, soprattutto della mia classe. Tra queste riconosco solo due ragazze, LM e FT, ma ce ne sono sicuramente altre. Stiamo tutti per uscire da lì, chi prima e chi dopo, per andare nello stesso posto. E' come se si trattasse di un appuntamento comune, forse il ritrovo per la gita. LM propone di andarci tutti insieme, alcuni accettano e altri rifiutano. Io sono tra quelli che accettano, ma faccio una controproposta che modifica leggermente la proposta originale. Mentre prima era stata lei stessa a proporre la cosa, adesso rifiuta decisamente, come se il cambiamento di programma fosse molto maggiore di quello che è. Agli altri va bene anche la mia proposta di movimento, ma per non lasciare lì LM ritorno sui miei passi. Nel frattempo, lei spiega con dovizia di particolari il perché della sua decisione. Il centro del discorso sta nel fatto che l'orario, o forse il percorso da me proposto, per quanto differisca di poco è comunque sufficiente a far saltare la cosa, quindi non può accettarlo.
[Sogno 2]
Sono a Punta Marina, in un luogo che non riconosco, insieme a C ed altri amici. Stiamo chiacchierando del più e del meno, e C dice una cosa divertente alla quale io mi preparo a rispondere...
I sogni sono tutti qui, ma contando che ho dormito due ore sono anche troppi
Non sono andato a scuola perché non stavo molto bene, e per lo stesso motivo la sera sto in casa. Passo la serata a preparare la valigia e a prepararmi per il viaggio. Dovrò alzarmi alle 3,30, ma avendo dormito molto la notte prima vado a letto solo all'1,00. Dormo circa due ore, e al risveglio mi ricordo soltanto due brevi frammenti di sogni.
[Sogno 1]
Sono all'interno di un qualche posto non meglio precisato. Sono insieme ad altre persone, soprattutto della mia classe. Tra queste riconosco solo due ragazze, LM e FT, ma ce ne sono sicuramente altre. Stiamo tutti per uscire da lì, chi prima e chi dopo, per andare nello stesso posto. E' come se si trattasse di un appuntamento comune, forse il ritrovo per la gita. LM propone di andarci tutti insieme, alcuni accettano e altri rifiutano. Io sono tra quelli che accettano, ma faccio una controproposta che modifica leggermente la proposta originale. Mentre prima era stata lei stessa a proporre la cosa, adesso rifiuta decisamente, come se il cambiamento di programma fosse molto maggiore di quello che è. Agli altri va bene anche la mia proposta di movimento, ma per non lasciare lì LM ritorno sui miei passi. Nel frattempo, lei spiega con dovizia di particolari il perché della sua decisione. Il centro del discorso sta nel fatto che l'orario, o forse il percorso da me proposto, per quanto differisca di poco è comunque sufficiente a far saltare la cosa, quindi non può accettarlo.
[Sogno 2]
Sono a Punta Marina, in un luogo che non riconosco, insieme a C ed altri amici. Stiamo chiacchierando del più e del meno, e C dice una cosa divertente alla quale io mi preparo a rispondere...
I sogni sono tutti qui, ma contando che ho dormito due ore sono anche troppi
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Da oggi sono in gita con la scuola per sei giorni, quindi chiaramente dormo pochissimo e mi ricordo solo brevi frammenti di sogni. Raduno questo periodo tutto in unico post.
Domenica 7 aprile 2013
Vado a letto all'1,30, puntando alle 6,30 la "sveglia intelligente" per farmi la doccia. Peccato che anche altre 10 persone abbiano la stessa idea, così non mi alzo neppure e dormo ancora fino alle 8,00.
[Sogno 1]
Sono nell'ostello della gita e sto facendo un giro per le altre due camerate, in modo da capire come si sono sistemati gli altri. Insieme a me ci sono altre persone della mia classe, ma non ricordo chi. A un certo punto sento venire da una stanza il suono di un violino, entro e trovo LM (una mia compagna di classe) che lo sta suonando.
[Sogno 2]
Sento vagamente la voce di Lu (un'altra ragazza in classe con me) che mi dice di svegliarmi perché è tardi. Sento anche che qualcuno scuote il letto dove sto dormendo. Apro gli occhi e sono nella camera dell'ostello, sulla parte superiore del letto a castello, esattamente come mi ero addormentato. Penso di essermi svegliato davvero, non mi passa per la mente di fare un test di realtà. Decido di rimanere a letto, ma di colpo sento suonare la sveglia. Avevo impostato la sera prima Titanic di De Gregori, e anche se la musica è diversa non ci faccio caso, e di nuovo do per scontato di essere sveglio. Mi volto per prendere in mano il cellulare. Non ce la faccio subito, ma solo al terzo tentativo, poi spengo la sveglia. L'unica cosa che noto è che non si stratta della versione dell'album, ma di una qualche cover che suona davvero male. In realtà sento solo gli applausi iniziali (è un live) e l'intro, ma concludo inspiegabilmente che si tratti di una cover che hanno fatto a Striscia. Mi chiedo perché mi trovi quella roba sul telefono, ma non ci faccio troppo caso. Quando mi metto a sedere mi trovo nella mia camera a Bologna, ma per la terza volta non noto la stranezza. Semplicemente comincio a pensare ai sogni che ho fatto, mi viene in mente quello del violino e un altro che non ricordo. Li scrivo, ma non sul cellulare. Probabilmente metto il telefono in carica, e scrivo i sogni su una specie di iPad che non ho mai posseduto. Torno a dormire e a questo punto mi sveglio davvero.
Mi sveglio e sono le 8, sta suonando Titanic, quella originale per fortuna. Scrivo brevemente il sogno e il falso risveglio, soddisfatto di ricordare qualcosa anche in condizioni non propizie. Indagando, scopro che Lu mi aveva effettivamente chiamato, ma non mi ha mai scosso il letto
Lunedì 8 aprile 2013
Vado a letto verso le 2,00, e metto la sveglia alle 7,00. L'unico sogno che ricordo consiste in una finta scoperta di lucido.
[Sogno unico]
Sono all'interno di un palazzo sconosciuto e sto salendo delle scale. Queste formano dei pianerottoli ma sono molto simmetriche, quasi una scala a chiocciola. Mentre sono impegnato nella salita, insieme ad altre persone, un personaggio maschile di cui non ricordo nulla mi viene incontro scendendo le scale. Costui è di corsa, ma si ferma un attimo per dirmi qualcosa a proposito dei sogni. Io gli rispondo, all'inizio tranquillamente, poi di colpo "capisco" che sono in un sogno (in realtà è solo un'illusione, come scoprirò da sveglio) senza bisogno di alcun test. Sono felicissimo per averlo capito da solo, tanto che comincio a correre su per le scale con nuova energia. Appena arrivato su mi trovo in una stanza e comincio a raccontare alla gente che trovo che ho scoperto di essere in un sogno lucido.
Mi sveglio alle 7 e subito capisco che non si è trattato davvero di un sogno lucido: ho soltanto sognato di capire che ero in un sogno, ma di fatto non controllavo nulla e non potevo compiere la minima scelta. Mancavano inoltre le tipiche sensazioni che provo nei miei, seppure brevi, lucidi precedenti, soprattutto i brividi. Poco male, è sempre un nuovo passo avanti
Martedì 9 aprile 2013
Vado a letto alle 2,00, con sveglia alle 8,00.
[Sogno unico]
Sono a Bologna, in centro, e sto camminando dalle Due Torri verso Piazza Maggiore. La strada che percorro è piuttosto verosimile, con portici ai lati. E' giorno pieno, c'è una bella luce. Con me sta camminando anche La, mia compagna di classe che sta andando nella stessa direzione. Mentra passeggiamo, lei mi parla di un nuovo libro che ha appena comprato e che interessa anche a me. Siccome voglio comprarlo, ma a quanto pare è piuttosto costoso, le chiedo dettagli sul prezzo con tono scherzoso. Le parole che uso sono simili a "C'è uno sconto per i poveri Cristi?" Lei mi risponde che posso ottenere uno sconto del 20%, a patto di seguire alcune condizioni, probabilmente quelle di comprare altri libri del genere.
Questa è l'ultima notte che sogno in gita, per le altre tre notti non ricordo nulla. Direi che la cosa è normale, visto che sto dormendo cinque ore a notte e nei giorni successivi anche meno. Perciò nessun ricordo per i giorni 10-11-12.
Domenica 7 aprile 2013
Vado a letto all'1,30, puntando alle 6,30 la "sveglia intelligente" per farmi la doccia. Peccato che anche altre 10 persone abbiano la stessa idea, così non mi alzo neppure e dormo ancora fino alle 8,00.
[Sogno 1]
Sono nell'ostello della gita e sto facendo un giro per le altre due camerate, in modo da capire come si sono sistemati gli altri. Insieme a me ci sono altre persone della mia classe, ma non ricordo chi. A un certo punto sento venire da una stanza il suono di un violino, entro e trovo LM (una mia compagna di classe) che lo sta suonando.
[Sogno 2]
Sento vagamente la voce di Lu (un'altra ragazza in classe con me) che mi dice di svegliarmi perché è tardi. Sento anche che qualcuno scuote il letto dove sto dormendo. Apro gli occhi e sono nella camera dell'ostello, sulla parte superiore del letto a castello, esattamente come mi ero addormentato. Penso di essermi svegliato davvero, non mi passa per la mente di fare un test di realtà. Decido di rimanere a letto, ma di colpo sento suonare la sveglia. Avevo impostato la sera prima Titanic di De Gregori, e anche se la musica è diversa non ci faccio caso, e di nuovo do per scontato di essere sveglio. Mi volto per prendere in mano il cellulare. Non ce la faccio subito, ma solo al terzo tentativo, poi spengo la sveglia. L'unica cosa che noto è che non si stratta della versione dell'album, ma di una qualche cover che suona davvero male. In realtà sento solo gli applausi iniziali (è un live) e l'intro, ma concludo inspiegabilmente che si tratti di una cover che hanno fatto a Striscia. Mi chiedo perché mi trovi quella roba sul telefono, ma non ci faccio troppo caso. Quando mi metto a sedere mi trovo nella mia camera a Bologna, ma per la terza volta non noto la stranezza. Semplicemente comincio a pensare ai sogni che ho fatto, mi viene in mente quello del violino e un altro che non ricordo. Li scrivo, ma non sul cellulare. Probabilmente metto il telefono in carica, e scrivo i sogni su una specie di iPad che non ho mai posseduto. Torno a dormire e a questo punto mi sveglio davvero.
Mi sveglio e sono le 8, sta suonando Titanic, quella originale per fortuna. Scrivo brevemente il sogno e il falso risveglio, soddisfatto di ricordare qualcosa anche in condizioni non propizie. Indagando, scopro che Lu mi aveva effettivamente chiamato, ma non mi ha mai scosso il letto
Lunedì 8 aprile 2013
Vado a letto verso le 2,00, e metto la sveglia alle 7,00. L'unico sogno che ricordo consiste in una finta scoperta di lucido.
[Sogno unico]
Sono all'interno di un palazzo sconosciuto e sto salendo delle scale. Queste formano dei pianerottoli ma sono molto simmetriche, quasi una scala a chiocciola. Mentre sono impegnato nella salita, insieme ad altre persone, un personaggio maschile di cui non ricordo nulla mi viene incontro scendendo le scale. Costui è di corsa, ma si ferma un attimo per dirmi qualcosa a proposito dei sogni. Io gli rispondo, all'inizio tranquillamente, poi di colpo "capisco" che sono in un sogno (in realtà è solo un'illusione, come scoprirò da sveglio) senza bisogno di alcun test. Sono felicissimo per averlo capito da solo, tanto che comincio a correre su per le scale con nuova energia. Appena arrivato su mi trovo in una stanza e comincio a raccontare alla gente che trovo che ho scoperto di essere in un sogno lucido.
Mi sveglio alle 7 e subito capisco che non si è trattato davvero di un sogno lucido: ho soltanto sognato di capire che ero in un sogno, ma di fatto non controllavo nulla e non potevo compiere la minima scelta. Mancavano inoltre le tipiche sensazioni che provo nei miei, seppure brevi, lucidi precedenti, soprattutto i brividi. Poco male, è sempre un nuovo passo avanti
Martedì 9 aprile 2013
Vado a letto alle 2,00, con sveglia alle 8,00.
[Sogno unico]
Sono a Bologna, in centro, e sto camminando dalle Due Torri verso Piazza Maggiore. La strada che percorro è piuttosto verosimile, con portici ai lati. E' giorno pieno, c'è una bella luce. Con me sta camminando anche La, mia compagna di classe che sta andando nella stessa direzione. Mentra passeggiamo, lei mi parla di un nuovo libro che ha appena comprato e che interessa anche a me. Siccome voglio comprarlo, ma a quanto pare è piuttosto costoso, le chiedo dettagli sul prezzo con tono scherzoso. Le parole che uso sono simili a "C'è uno sconto per i poveri Cristi?" Lei mi risponde che posso ottenere uno sconto del 20%, a patto di seguire alcune condizioni, probabilmente quelle di comprare altri libri del genere.
Questa è l'ultima notte che sogno in gita, per le altre tre notti non ricordo nulla. Direi che la cosa è normale, visto che sto dormendo cinque ore a notte e nei giorni successivi anche meno. Perciò nessun ricordo per i giorni 10-11-12.
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Sabato 13 aprile 2013
Sono tre notti che non ricordo sogni, ma questo è l'ultimo giorno di gita, quindi confido in una lunga dormita. Passo la giornata in pullman, e dopo dodici ore di viaggio arrivo finalmente a casa. Nonostante il sonno arretrato, la sera esco, per vedere un amico che sta per andare a sua volta in gita. Niente di pesante, ma quando torno a casa verso l'una sono decisamente assonnato. Non metto sveglie e vado a letto.
[Sogno 1]
Sono a letto che sto dormendo, quando sento la voce di mia madre che sta parlando al telefono in corridoio. Mi sveglia, e quando ha finito di parlare al telefono, non contenta, comincia a parlare a me. Dice qualcosa come "Sono le 10,45, ti ho lasciato dormire ma volevo dirtelo!" Io chiaramente mi scoccio un po', sia per l'assurdità della frase (mi sveglia per dirmi che mi sta lasciando dormire), sia perché pensavo di dormire di più. Perciò le rispondo qualcosa, niente di volgare ma sicuramente sono risentito.
[Sogno 2]
Non sono in un ambiente definito chiaramente, ma sto usando Facebook. Faccio caso solo alle notizie, e dopo un po' comincio a vederne di particolari. Sono degli annunci, che compaiono nella home, basati sui miei amici che sono in quel momento al mare. Così vedo, per esempio, "X è al mare da Y giorni insieme a Z". Dopo alcune notizie di questo genere, nelle quali non faccio caso ai protagonisti, ne vedo una che riguarda persone che conosco. Scopro così che "C è al mare insieme a S, vicino di ombrellone". (La prima è un'amica già presentata, il secondo un amico che non vedo da due anni; non si conoscono tra di loro.) Di colpo, al vedere questa notizia, provo uno sgradevole senso di ritardo, come se l'estate fosse già iniziata da qualche giorno e io non me ne fossi ancora accorto. La sensazione è spiacevole, come se stessi perdendo tempo, perciò decido all'istante che voglio raggiungere i miei amici in spiaggia. [Stacco] Senza ricordo del viaggio, mi trovo di colpo su una spiaggia, presumibilmente a Punta Marina, in riva al mare. E' un tratto di spiaggia libera, con solo alcuni ombrelloni nella parte alta, una decina circa. Sono in riva, ma vedo da lontano questi ombrelloni, e scorgo sui lettini C insieme ad altre persone sconosciute (mentre S è sparito). Comincio a camminare, avvicinandomi ai lettini. Ci salutiamo prima da lontano, poi di nuovo quando arrivo lì. Probabilmente C è lì con la famiglia, anche se non mi concentro su nessuno di loro. L'unico che vedo è un bambino, sugli 11-12 anni, che sta su un lettino poco più in là. Vorrei prenderne uno anche io, in modo da sdraiarmi e prendere il sole, così esprimo ad alta voce il mio desiderio. Il bambino mi guarda, allora io mi sento colto in fallo, come se stessi "scroccando" il posto. Non so perché, ma lo tratto come se fosse il proprietario degli ombrelloni, o il bagnino, o il figlio di uno di questi. Insomma gli dico qualcosa come "In realtà non sono di questo bagno, ma se posso mi piacerebbe fermarmi un po' qui, c'è una mia amica, se vuoi pago il lettino..." Lui non è molto convinto, mi risponde in maniera impertinente, anche se non ricordo le parole. Alla fine riesco a rimediare un lettino, lo metto affianco a quello di C, stendo un asciugamano e finalmente mi sdraio al sole. Parliamo un po' in totale tranquillità, mi sento rilassato, quando di colpo arriva un personaggio sconosciuto, forse il bambino di prima, che comincia a dare fastidio. Questo personaggio, in vena di burle, mi tira via l'asciugamano da sotto la schiena, mi fa ondeggiare il lettino, urla frasi incomprensibili, mi fa domande. Direi proprio che è il bambino, non lo fa per cattiveria ma per giocare, però mi interrompe il momento di tranquillità.
[Sogno 3]
Mi trovo seduto a un tavolo, sopra cui è poggiata una scacchiera. Davanti a me ho un avversario, che non osservo particolarmente, quindi non lo riconosco. Stiamo giocando a scacchi, è una partita amichevole, sicuramente non un torneo, però siamo entrambi molto motivati. La partita parte dall'inizio e dura parecchio tempo, il gioco è lento e pieno di riflessione da entrambe le parti. Non ci sono incongruenze, le caselle e i pezzi sono tutti corretti. L'unica cosa strana che noto è che, verso due terzi di partita, il quadrante sud-ovest è completamente vuoto. Commento la cosa ad alta voce, ma non ci faccio troppo caso. Per il resto la mia è una partita senza lode e senza infamia, ma per quanto mi impegni e pensi molto prima di ogni mossa l'avversario è più pronto di me. Lo vedo fin dall'inizio, quando lui mi tiene testa impiegando molto meno temnpo di me nel pensare alle mosse. Non ricordo l'apertura, nè fasi particolari della partita, ma alcune mosse sì. So che la mia partita diventa presto difensiva, visto che non riesco quasi mai ad attaccare, restando chiuso nella mia metà di scacchiera. A metà partita mi rendo conto che non posso continuare così, e decido di andare all'attacco, anche se questo comporta dei rischi. In questo momento del gioco, l'azione si concentra nel quadrante sud-ovest, dove io ho un alfiere, un cavallo e la regina, mentre il mio avversario ha un alfiere e due torri. Io cerco di sfruttare il mio alfiere, ma nonostante le mosse calibrate a lungo commetto un paio di errori di fila, che compromettono la partita già in declino. Comincio a giocare quasi solo con cavalli e regina, mentre lui usa torri e regina. Sbaglio un calcolo che riguarda un cavallo, pensavo di poterlo usare in risposta ma scopro che non è così. Sento che il mio avversario sa che ormai ha vinto, e capisco che sta cominciando a scocciarsi quando io penso prima delle mosse. Mi dipsiace, visto che è una partita amichevole, ma sono già sotto e devo pensare bene. A un certo punto, quando sono quasi finito, il mio avversario fa due mosse di fila: mi mangia prima la regina, e subito dopo il re. Non capendo cosa sia accaduto gli chiedo spiegazioni, e lui mi risponde che, essendo la mia mossa di ripsosta obbligata, ha mosso due volte di fila per risparmiare tempo. Io capisco che considera la partita una perdita di tempo, ma comunque mi sembra un po' maleducato a palesarlo in questo modo. Non ammetto subito che la partita è in effetti finita da un pezzo, e mi concentro di più sul fatto che lui abbia "barato" muovendo due volte di fila. A questo punto vedo che ci sono anche due o tre spettatori, intorno al tavolo, che stanno dalla mia parte quando do voce alla mia perplessità. Il mio avversario invece, che durante la partita era rimasto tranquillo, si sta scocciando decisamente. Finalmente mi rendo conto che mi sarei dovuto arrendere almeno quindici mosse prima, e capisco che lui ha ragione ad essere annoiato, visto che la partita non ha più senso. Allora concedo la partita, cambiando decisamente atteggiamento, e mi scuso per il comportamento precedente.
[Sogno 4]
Sono in una stanza, seduto a un tavolo con altri ragazzi e ragazze che non riconosco. Stiamo giocando a Solletico, abbiamo appena finito e io sto mettendo via le pedine e il resto del materiale nella scatola. Non ci riesco subito: prima chiudo la scatola senza aver messo dentro la plancia, poi dimentico le istruzioni. Finalmente riesco a radunare tutto e a chiudere la scatola di cartone. Intanto stiamo parlando, e uno dei presenti racconta di una ragazza che lui trova antipatica. Non capisco bene il motivo, so solo che lui la considera "fighetta". A questo punto il tipo comincia a raccontare una strana storia su questa ragazza. In breve lui le offre una canna, e lei, invece di accettare, chiede se l'erba è "di stagione" (estiva), quindi italiana, oppure se è stata importata. Non essendo di stagione la rifiuta. Ridiamo per questa storia, anche se in realtà non è particolarmente esilarante. Dopo un po' arriva nella stanza una ragazza, e io capisco che si tratta di quella di cui si aprlava prima. Nel vederla riconosco FC, una mia compagna di classe. Non sta benissimo, parla un po' a vanvera, l'ultima cosa che penso è che alla fine la canna se la sia fatta.
[Sogno 5 - LUCIDO]
Mi sveglio, mi alzo a sedere nel letto e avverto una sensazione strana, con i soliti brividi che ho già sperimentato altre volte. So già che sto sognando, ma per sicurezza mi guardo la mano sinistra. Sono un po' turbato, ma mi sforzo e scopro che ho sei dita molto sottili, le intravedo solo perché è buio. Si confondono tra di loro e cambiano. Capisco che sono nel mio quarto sogno lucido, anche se nessuno è durato più di 30 secondi. Salto per aria e mi innalzo un po' all'interno di camera mia, ma è sempre molto buio. Non ho idea di cosa fare, provo a darmi una maggiore spinta per sfondare il soffitto e uscire, mentre al contempo cerco di darmi una certa rotazione (avendo letto dello spinning). Questa volta vado più in alto, in qualche modo squaglio/rompo il soffitto, ma mentre sto uscendo di sopra la lucidità termina.
Quando mi sveglio davvero rimango un po' a letto a ripensare ai sogni, senza controllare l'ora, tanto è domenica. Dopo qualche minuto, in cui li riporto tutti alla mente, mi alzo a sedere per prendere il cellulare, e scopro che sono niente meno che le 16,05. Molto soddisfatto della dormita di quindici ore, mi sento finalmente riposato, e comincio a scrivere i sogni. Non c'è male, dopo tre giorni senza ricordi: un falso risveglio, un breve lucido e tre sogni piuttosto dettagliati
Sono tre notti che non ricordo sogni, ma questo è l'ultimo giorno di gita, quindi confido in una lunga dormita. Passo la giornata in pullman, e dopo dodici ore di viaggio arrivo finalmente a casa. Nonostante il sonno arretrato, la sera esco, per vedere un amico che sta per andare a sua volta in gita. Niente di pesante, ma quando torno a casa verso l'una sono decisamente assonnato. Non metto sveglie e vado a letto.
[Sogno 1]
Sono a letto che sto dormendo, quando sento la voce di mia madre che sta parlando al telefono in corridoio. Mi sveglia, e quando ha finito di parlare al telefono, non contenta, comincia a parlare a me. Dice qualcosa come "Sono le 10,45, ti ho lasciato dormire ma volevo dirtelo!" Io chiaramente mi scoccio un po', sia per l'assurdità della frase (mi sveglia per dirmi che mi sta lasciando dormire), sia perché pensavo di dormire di più. Perciò le rispondo qualcosa, niente di volgare ma sicuramente sono risentito.
[Sogno 2]
Non sono in un ambiente definito chiaramente, ma sto usando Facebook. Faccio caso solo alle notizie, e dopo un po' comincio a vederne di particolari. Sono degli annunci, che compaiono nella home, basati sui miei amici che sono in quel momento al mare. Così vedo, per esempio, "X è al mare da Y giorni insieme a Z". Dopo alcune notizie di questo genere, nelle quali non faccio caso ai protagonisti, ne vedo una che riguarda persone che conosco. Scopro così che "C è al mare insieme a S, vicino di ombrellone". (La prima è un'amica già presentata, il secondo un amico che non vedo da due anni; non si conoscono tra di loro.) Di colpo, al vedere questa notizia, provo uno sgradevole senso di ritardo, come se l'estate fosse già iniziata da qualche giorno e io non me ne fossi ancora accorto. La sensazione è spiacevole, come se stessi perdendo tempo, perciò decido all'istante che voglio raggiungere i miei amici in spiaggia. [Stacco] Senza ricordo del viaggio, mi trovo di colpo su una spiaggia, presumibilmente a Punta Marina, in riva al mare. E' un tratto di spiaggia libera, con solo alcuni ombrelloni nella parte alta, una decina circa. Sono in riva, ma vedo da lontano questi ombrelloni, e scorgo sui lettini C insieme ad altre persone sconosciute (mentre S è sparito). Comincio a camminare, avvicinandomi ai lettini. Ci salutiamo prima da lontano, poi di nuovo quando arrivo lì. Probabilmente C è lì con la famiglia, anche se non mi concentro su nessuno di loro. L'unico che vedo è un bambino, sugli 11-12 anni, che sta su un lettino poco più in là. Vorrei prenderne uno anche io, in modo da sdraiarmi e prendere il sole, così esprimo ad alta voce il mio desiderio. Il bambino mi guarda, allora io mi sento colto in fallo, come se stessi "scroccando" il posto. Non so perché, ma lo tratto come se fosse il proprietario degli ombrelloni, o il bagnino, o il figlio di uno di questi. Insomma gli dico qualcosa come "In realtà non sono di questo bagno, ma se posso mi piacerebbe fermarmi un po' qui, c'è una mia amica, se vuoi pago il lettino..." Lui non è molto convinto, mi risponde in maniera impertinente, anche se non ricordo le parole. Alla fine riesco a rimediare un lettino, lo metto affianco a quello di C, stendo un asciugamano e finalmente mi sdraio al sole. Parliamo un po' in totale tranquillità, mi sento rilassato, quando di colpo arriva un personaggio sconosciuto, forse il bambino di prima, che comincia a dare fastidio. Questo personaggio, in vena di burle, mi tira via l'asciugamano da sotto la schiena, mi fa ondeggiare il lettino, urla frasi incomprensibili, mi fa domande. Direi proprio che è il bambino, non lo fa per cattiveria ma per giocare, però mi interrompe il momento di tranquillità.
[Sogno 3]
Mi trovo seduto a un tavolo, sopra cui è poggiata una scacchiera. Davanti a me ho un avversario, che non osservo particolarmente, quindi non lo riconosco. Stiamo giocando a scacchi, è una partita amichevole, sicuramente non un torneo, però siamo entrambi molto motivati. La partita parte dall'inizio e dura parecchio tempo, il gioco è lento e pieno di riflessione da entrambe le parti. Non ci sono incongruenze, le caselle e i pezzi sono tutti corretti. L'unica cosa strana che noto è che, verso due terzi di partita, il quadrante sud-ovest è completamente vuoto. Commento la cosa ad alta voce, ma non ci faccio troppo caso. Per il resto la mia è una partita senza lode e senza infamia, ma per quanto mi impegni e pensi molto prima di ogni mossa l'avversario è più pronto di me. Lo vedo fin dall'inizio, quando lui mi tiene testa impiegando molto meno temnpo di me nel pensare alle mosse. Non ricordo l'apertura, nè fasi particolari della partita, ma alcune mosse sì. So che la mia partita diventa presto difensiva, visto che non riesco quasi mai ad attaccare, restando chiuso nella mia metà di scacchiera. A metà partita mi rendo conto che non posso continuare così, e decido di andare all'attacco, anche se questo comporta dei rischi. In questo momento del gioco, l'azione si concentra nel quadrante sud-ovest, dove io ho un alfiere, un cavallo e la regina, mentre il mio avversario ha un alfiere e due torri. Io cerco di sfruttare il mio alfiere, ma nonostante le mosse calibrate a lungo commetto un paio di errori di fila, che compromettono la partita già in declino. Comincio a giocare quasi solo con cavalli e regina, mentre lui usa torri e regina. Sbaglio un calcolo che riguarda un cavallo, pensavo di poterlo usare in risposta ma scopro che non è così. Sento che il mio avversario sa che ormai ha vinto, e capisco che sta cominciando a scocciarsi quando io penso prima delle mosse. Mi dipsiace, visto che è una partita amichevole, ma sono già sotto e devo pensare bene. A un certo punto, quando sono quasi finito, il mio avversario fa due mosse di fila: mi mangia prima la regina, e subito dopo il re. Non capendo cosa sia accaduto gli chiedo spiegazioni, e lui mi risponde che, essendo la mia mossa di ripsosta obbligata, ha mosso due volte di fila per risparmiare tempo. Io capisco che considera la partita una perdita di tempo, ma comunque mi sembra un po' maleducato a palesarlo in questo modo. Non ammetto subito che la partita è in effetti finita da un pezzo, e mi concentro di più sul fatto che lui abbia "barato" muovendo due volte di fila. A questo punto vedo che ci sono anche due o tre spettatori, intorno al tavolo, che stanno dalla mia parte quando do voce alla mia perplessità. Il mio avversario invece, che durante la partita era rimasto tranquillo, si sta scocciando decisamente. Finalmente mi rendo conto che mi sarei dovuto arrendere almeno quindici mosse prima, e capisco che lui ha ragione ad essere annoiato, visto che la partita non ha più senso. Allora concedo la partita, cambiando decisamente atteggiamento, e mi scuso per il comportamento precedente.
[Sogno 4]
Sono in una stanza, seduto a un tavolo con altri ragazzi e ragazze che non riconosco. Stiamo giocando a Solletico, abbiamo appena finito e io sto mettendo via le pedine e il resto del materiale nella scatola. Non ci riesco subito: prima chiudo la scatola senza aver messo dentro la plancia, poi dimentico le istruzioni. Finalmente riesco a radunare tutto e a chiudere la scatola di cartone. Intanto stiamo parlando, e uno dei presenti racconta di una ragazza che lui trova antipatica. Non capisco bene il motivo, so solo che lui la considera "fighetta". A questo punto il tipo comincia a raccontare una strana storia su questa ragazza. In breve lui le offre una canna, e lei, invece di accettare, chiede se l'erba è "di stagione" (estiva), quindi italiana, oppure se è stata importata. Non essendo di stagione la rifiuta. Ridiamo per questa storia, anche se in realtà non è particolarmente esilarante. Dopo un po' arriva nella stanza una ragazza, e io capisco che si tratta di quella di cui si aprlava prima. Nel vederla riconosco FC, una mia compagna di classe. Non sta benissimo, parla un po' a vanvera, l'ultima cosa che penso è che alla fine la canna se la sia fatta.
[Sogno 5 - LUCIDO]
Mi sveglio, mi alzo a sedere nel letto e avverto una sensazione strana, con i soliti brividi che ho già sperimentato altre volte. So già che sto sognando, ma per sicurezza mi guardo la mano sinistra. Sono un po' turbato, ma mi sforzo e scopro che ho sei dita molto sottili, le intravedo solo perché è buio. Si confondono tra di loro e cambiano. Capisco che sono nel mio quarto sogno lucido, anche se nessuno è durato più di 30 secondi. Salto per aria e mi innalzo un po' all'interno di camera mia, ma è sempre molto buio. Non ho idea di cosa fare, provo a darmi una maggiore spinta per sfondare il soffitto e uscire, mentre al contempo cerco di darmi una certa rotazione (avendo letto dello spinning). Questa volta vado più in alto, in qualche modo squaglio/rompo il soffitto, ma mentre sto uscendo di sopra la lucidità termina.
Quando mi sveglio davvero rimango un po' a letto a ripensare ai sogni, senza controllare l'ora, tanto è domenica. Dopo qualche minuto, in cui li riporto tutti alla mente, mi alzo a sedere per prendere il cellulare, e scopro che sono niente meno che le 16,05. Molto soddisfatto della dormita di quindici ore, mi sento finalmente riposato, e comincio a scrivere i sogni. Non c'è male, dopo tre giorni senza ricordi: un falso risveglio, un breve lucido e tre sogni piuttosto dettagliati
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Altri due giorni di ricordi scarsi, quindi li unisco. Tra l'altro sono indietro di quattro giorni sul diario...
Domenica 14 aprile 2013
Domani torno a scuola dopo la gita, vado a letto presto e mi addormento alle 23,00. La mattina dopo mi ricordo un solo sogno molto breve.
Sono appena uscito da scuola e sto riflettendo su come agire. Nel pomeriggio ho due cose da fare: stampare l'ultimo numero del giornalino scolastico (dalle 14 alle 18) e fare un'ora di guida per la patente (dalle 15 alle 16). Essendo uscito da scuola alle 13,15, devo anche decidere se andare a casa a mangiare o fermarmi fuori. Mentre ci penso, non sono già più davanti a scuola, ma mi trovo fuori dal portone in cui lascio solitamente la bicicletta. A quanto pare ho scelto di tornare a casa, ma continuo a pensare se mi convenga rimanere fuori, in modo da passare un po' di tempo in stampa anche prima della guida. Mi chiedo se abbia fatto bene a passare da casa.
Lunedì 15 aprile 2013
Vado a letto alle 22,30, dormo verso le 23,30. Il giorno dopo mi sveglio alle 7,15 e di nuovo ricordo solo un frammento molto vago.
Sono a casa dei miei nonni paterni, e sto aspettando qualcosa. Mia nonna sta per uscire, e nel frattempo mi parla. Credo che mi faccia alcune domande sulla gita, e sui miei prossimi programmi (se penso di andarli a trovare). Inoltre mi illustra nel dettaglio quello che ha preparato da mangiare per cena. Dopo un po' non le sto più parlando a voce, ma attraverso il telefono, quindi lei è effettivamente uscita mentre io sono rimasto da solo a casa sua. Da quello che dice sto aspettando degli amici, visto che continua a parlarmi di quello che ha preparato e a farmi delle raccomandazioni.
Questa volta c'è anche un motivo chiaro se ricordo poco: il telefono sul quale imposto la sveglia, che di solito sta sulla mensola dietro al letto, oggi è sul tavolo, quindi devo per forza alzarmi per spegnerla. Questo ovviamente mi preclude la possibilità di ricordare i sogni come si deve.
Domenica 14 aprile 2013
Domani torno a scuola dopo la gita, vado a letto presto e mi addormento alle 23,00. La mattina dopo mi ricordo un solo sogno molto breve.
Sono appena uscito da scuola e sto riflettendo su come agire. Nel pomeriggio ho due cose da fare: stampare l'ultimo numero del giornalino scolastico (dalle 14 alle 18) e fare un'ora di guida per la patente (dalle 15 alle 16). Essendo uscito da scuola alle 13,15, devo anche decidere se andare a casa a mangiare o fermarmi fuori. Mentre ci penso, non sono già più davanti a scuola, ma mi trovo fuori dal portone in cui lascio solitamente la bicicletta. A quanto pare ho scelto di tornare a casa, ma continuo a pensare se mi convenga rimanere fuori, in modo da passare un po' di tempo in stampa anche prima della guida. Mi chiedo se abbia fatto bene a passare da casa.
Lunedì 15 aprile 2013
Vado a letto alle 22,30, dormo verso le 23,30. Il giorno dopo mi sveglio alle 7,15 e di nuovo ricordo solo un frammento molto vago.
Sono a casa dei miei nonni paterni, e sto aspettando qualcosa. Mia nonna sta per uscire, e nel frattempo mi parla. Credo che mi faccia alcune domande sulla gita, e sui miei prossimi programmi (se penso di andarli a trovare). Inoltre mi illustra nel dettaglio quello che ha preparato da mangiare per cena. Dopo un po' non le sto più parlando a voce, ma attraverso il telefono, quindi lei è effettivamente uscita mentre io sono rimasto da solo a casa sua. Da quello che dice sto aspettando degli amici, visto che continua a parlarmi di quello che ha preparato e a farmi delle raccomandazioni.
Questa volta c'è anche un motivo chiaro se ricordo poco: il telefono sul quale imposto la sveglia, che di solito sta sulla mensola dietro al letto, oggi è sul tavolo, quindi devo per forza alzarmi per spegnerla. Questo ovviamente mi preclude la possibilità di ricordare i sogni come si deve.
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Martedì 16 aprile 2013
Mi addormento alle 23,30, dopo aver messo la sveglia alle 3,30. Mi sveglio da solo all'1,26, perciò tolgo la sveglia e la metto direttamente alle 7,00.
[Sogno 1]
Mi trovo in una specie di studio, una stanza quasi quadrata, ben illuminata da finestre ampie e curata. E' il nuovo studio di P, un amico che sta in classe con me: ha appena iniziato a lavorare e si è subito trasferito lì. Sta ancora sistemando le cose, mi spiega. Non parliamo di quale sia il lavoro. Io immagino che faccia l'avvocato, in ogni caso sembra essere un lavoro "da scrivania". Gli chiedo se ha già iniziato, e lui mi risponde che non è ancora tempo, per il momento sta solo facendo dei grafici. Nel dirlo mi mostra la sua scrivania, in legno chiaro, su cui ci sono diversi fogli e matite. I fogli sono appunto dei grafici, ma non capisco cosa possa esserci simboleggiato sopra. Sicuramente non ricordano il lavoro di un avvocato, visto che sono pieni di tratti retti e curvilinei, simboli, numeri e scritte. Sembra più roba da ingegnere. In ogni caso la presentazione è finita, P si siede dietro la scrivania e comincia a scribacchiare su questi fogli, mentre io lo osservo ancora per un po'.
[Sogno 2]
Sono in uno strano ambiente chiuso, di dimensioni enormi, che si sviluppa su molti piani. Io sono al piano terra, probabilmente sono appena entrato. Come costruzione sembra un grande magazzino, ma anche senza fare nulla so che si tratta di una specie di parco giochi, che riunisce però anche ambienti dedicati allo studio e alla cultura. Comunque io non entro da nessuna parte, ma rimango soprattutto nel grande atrio d'ingresso, un largo corridoio con alle pareti cartelli che illustrano le varie possibilità. Progetto per un po' quello che voglio fare, poi vado alla reception, un tavolo con dietro una ragazza. Le spiego dove voglio andare e le dico che sto aspettando qualcuno. Dopo qualche minuto entro in una stanza, una specie di rimessa-spogliatoio dove vedo una ragazza sconosciuta. Non so perché mi trovi lì, ma dopo un po' vedo che fuori è arrivata FC, una compagna di classe.
All'1,26 non ricordo nulla, entrambi i sogni mi tornano alla mente solo il mattino dopo. Non sono molto dettagliati, forse perché mi sono mosso troppo prima di cominciare a ricordare...
Mi addormento alle 23,30, dopo aver messo la sveglia alle 3,30. Mi sveglio da solo all'1,26, perciò tolgo la sveglia e la metto direttamente alle 7,00.
[Sogno 1]
Mi trovo in una specie di studio, una stanza quasi quadrata, ben illuminata da finestre ampie e curata. E' il nuovo studio di P, un amico che sta in classe con me: ha appena iniziato a lavorare e si è subito trasferito lì. Sta ancora sistemando le cose, mi spiega. Non parliamo di quale sia il lavoro. Io immagino che faccia l'avvocato, in ogni caso sembra essere un lavoro "da scrivania". Gli chiedo se ha già iniziato, e lui mi risponde che non è ancora tempo, per il momento sta solo facendo dei grafici. Nel dirlo mi mostra la sua scrivania, in legno chiaro, su cui ci sono diversi fogli e matite. I fogli sono appunto dei grafici, ma non capisco cosa possa esserci simboleggiato sopra. Sicuramente non ricordano il lavoro di un avvocato, visto che sono pieni di tratti retti e curvilinei, simboli, numeri e scritte. Sembra più roba da ingegnere. In ogni caso la presentazione è finita, P si siede dietro la scrivania e comincia a scribacchiare su questi fogli, mentre io lo osservo ancora per un po'.
[Sogno 2]
Sono in uno strano ambiente chiuso, di dimensioni enormi, che si sviluppa su molti piani. Io sono al piano terra, probabilmente sono appena entrato. Come costruzione sembra un grande magazzino, ma anche senza fare nulla so che si tratta di una specie di parco giochi, che riunisce però anche ambienti dedicati allo studio e alla cultura. Comunque io non entro da nessuna parte, ma rimango soprattutto nel grande atrio d'ingresso, un largo corridoio con alle pareti cartelli che illustrano le varie possibilità. Progetto per un po' quello che voglio fare, poi vado alla reception, un tavolo con dietro una ragazza. Le spiego dove voglio andare e le dico che sto aspettando qualcuno. Dopo qualche minuto entro in una stanza, una specie di rimessa-spogliatoio dove vedo una ragazza sconosciuta. Non so perché mi trovi lì, ma dopo un po' vedo che fuori è arrivata FC, una compagna di classe.
All'1,26 non ricordo nulla, entrambi i sogni mi tornano alla mente solo il mattino dopo. Non sono molto dettagliati, forse perché mi sono mosso troppo prima di cominciare a ricordare...
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Mercoledì 17 aprile 2013
Vado a letto alle 22,30 e mi addormento alle 23, mettendo una sveglia alle 4,30. Quando mi sveglio ricordo solo il primo sogno, quindi gli altri due o tre li ho fatti dopo le 4,30.
[Sogno 1]
Sono sopra un autobus che sta viaggiando in città, osservo la strada che passa dal finestrino. Non so quale sia la direzione, ma riconosco alcuni elementi e luoghi bolognesi, anche se sparsi in maniera strana. Il percorso dell'autobus sta seguendo un percorso al limitare del centro, con tratti fuori porta. A un certo punto mi rendo conto che non so quando scendere, e temo che avrei già dovuto farlo prima. Allora vado in cima all'autobus e chiedo all'autista quale sia la mia fermata. Lui mi risponde che a momenti stiamo per arrivare a porta Galvani (non esiste tale porta). Dal momento che non ha risposto alla mia domanda rimango lì sperando che mi dica qualcosa di più. Al che aggiunge, con fare ironico, che la piazza di fronte è... Piazza Galvani! Lo dice come se fosse una battuta, o uno scherzo molto divertente, ma io non capisco cosa ci sia di buffo...
[Sogno 2]
Sono a Lerici, vicino alla piazza principale, in una via in salita piena di negozietti. Entro in uno di questi, e scopro che è il proprietario è mio nonno R. Sono lì a cercare delle casse collegabili al cellulare per ascoltare la musica. Lo saluto e gli metto sul bancone una grossa scatola di cartone, di quelle che si usano per i traslochi. Il bancone è alto, ma quando ci appoggio sopra lo scatolone diventa più basso. Dentro la scatola ci sono un buon numero di apparecchi elettronici, tutti alla rinfusa, soprattutto casse. Sono tutte quante di mia proprietà, e le ho portate in negozio per farle ritirare da mio nonno in modo da avere un po' di sconto su un nuovo acquisto. L'unica cosa nello scatolone che non è mia è un paio di casse molto belle, nuove e dall'aria funzionale. Sono nere e lucide, a forma di due parallelepipedi. Capisco che voglio dargli un po' di roba usata per pagare meno queste casse nuove. Lui osserva il contenuto della scatola e considera quello che gli sto offrendo. Si accorge che in mezzo alla mia roba c'è anche il paio di casse nuove, che sono sue, e me lo fa notare. Spero che non pensi che le stessi rubando, e gli spiego: le ho messe nello scatolone insieme ai miei apparecchi usati in modo da non doverle reincartare appena prima di comprarle. Lui dice che va bene, ma che costano parecchio, quindi mi propone delle altre casse che stavano nello scatolone. Io non noto il fatto assurdo che provi a vendermi roba già di mia proprietà, le osservo, le provo e alla fine rifiuto. Voglio prendere quelle di nuove. Di colpo scopro che queste sono sparite, e al loro posto è comparso uno strano affare. Si tratta di un pupazzo ad altezza uomo o quasi: pare un Teletubbie incrociato con il Gabibbo. E' abbastanza orrido, fatto malissimo, ma capisco che si tratta comunque di un apparecchio per ascoltare musica. A quanto pare fa uscire i suoni da una cassa posta nel ventre o sulla testa. In ogni caso non intendo portarmi a casa un affare del genere, quindi non lo provo nemmeno.
[Sogno 3]
Sono a Lerici, in casa dei miei nonni. Mia nonna L sta preparando la cena, e in casa ci sono anche mio padre A, il nonno R, mia sorella E, mia zia I. Devono arrivare anche N (moglie di mio padre) e S, il loro figlio di due anni. Sono in ritardo, probabilmente perché stanno facendo una passeggiata sul lungomare. Io sono lì per una qualche festività o ponte, e mi fermo quattro giorni. Quando è pronto da mangiare ci sediamo a tavola, mi offrono del cous cous che io rifiuto, non so perché. Il nonno dice alla nonna che mancano due piatti in tavola. Lei se ne accorge e provvede a rimediare (non aveva contato i due ritardatari). Qualcuno esclama "Ma come, ne parlavamo anche prima!" Non capisco esattamente cosa sia successo, ma c'è un clima poco allegro, anche se non mi sembra che sia successo nulla di grave.
[Sogno 4]
Sono a letto, non sdraiato ma accucciato vicino al cuscino, quasi messo di traverso. Appoggiata al cuscino c'è una delle mie due gatte, e io la sto accarezzando. Devo essere più piccolo, perché altrimenti non riuscirei a stare in quella posizione sul mio letto. La gatta fa le fusa, dopodiché mi sveglio.
Mi sveglio alle 7,10 con il cellulare messo subito dietro al letto. Sto notando, come prevedibile, che meno mi devo muovere per spegnere la sveglia meglio è per il ricordo dei sogni. Dovrei usare una sveglia che suoni solo per 3 secondi e poi taccia, in modo da non dovermi muovere affatto.
Vado a letto alle 22,30 e mi addormento alle 23, mettendo una sveglia alle 4,30. Quando mi sveglio ricordo solo il primo sogno, quindi gli altri due o tre li ho fatti dopo le 4,30.
[Sogno 1]
Sono sopra un autobus che sta viaggiando in città, osservo la strada che passa dal finestrino. Non so quale sia la direzione, ma riconosco alcuni elementi e luoghi bolognesi, anche se sparsi in maniera strana. Il percorso dell'autobus sta seguendo un percorso al limitare del centro, con tratti fuori porta. A un certo punto mi rendo conto che non so quando scendere, e temo che avrei già dovuto farlo prima. Allora vado in cima all'autobus e chiedo all'autista quale sia la mia fermata. Lui mi risponde che a momenti stiamo per arrivare a porta Galvani (non esiste tale porta). Dal momento che non ha risposto alla mia domanda rimango lì sperando che mi dica qualcosa di più. Al che aggiunge, con fare ironico, che la piazza di fronte è... Piazza Galvani! Lo dice come se fosse una battuta, o uno scherzo molto divertente, ma io non capisco cosa ci sia di buffo...
[Sogno 2]
Sono a Lerici, vicino alla piazza principale, in una via in salita piena di negozietti. Entro in uno di questi, e scopro che è il proprietario è mio nonno R. Sono lì a cercare delle casse collegabili al cellulare per ascoltare la musica. Lo saluto e gli metto sul bancone una grossa scatola di cartone, di quelle che si usano per i traslochi. Il bancone è alto, ma quando ci appoggio sopra lo scatolone diventa più basso. Dentro la scatola ci sono un buon numero di apparecchi elettronici, tutti alla rinfusa, soprattutto casse. Sono tutte quante di mia proprietà, e le ho portate in negozio per farle ritirare da mio nonno in modo da avere un po' di sconto su un nuovo acquisto. L'unica cosa nello scatolone che non è mia è un paio di casse molto belle, nuove e dall'aria funzionale. Sono nere e lucide, a forma di due parallelepipedi. Capisco che voglio dargli un po' di roba usata per pagare meno queste casse nuove. Lui osserva il contenuto della scatola e considera quello che gli sto offrendo. Si accorge che in mezzo alla mia roba c'è anche il paio di casse nuove, che sono sue, e me lo fa notare. Spero che non pensi che le stessi rubando, e gli spiego: le ho messe nello scatolone insieme ai miei apparecchi usati in modo da non doverle reincartare appena prima di comprarle. Lui dice che va bene, ma che costano parecchio, quindi mi propone delle altre casse che stavano nello scatolone. Io non noto il fatto assurdo che provi a vendermi roba già di mia proprietà, le osservo, le provo e alla fine rifiuto. Voglio prendere quelle di nuove. Di colpo scopro che queste sono sparite, e al loro posto è comparso uno strano affare. Si tratta di un pupazzo ad altezza uomo o quasi: pare un Teletubbie incrociato con il Gabibbo. E' abbastanza orrido, fatto malissimo, ma capisco che si tratta comunque di un apparecchio per ascoltare musica. A quanto pare fa uscire i suoni da una cassa posta nel ventre o sulla testa. In ogni caso non intendo portarmi a casa un affare del genere, quindi non lo provo nemmeno.
[Sogno 3]
Sono a Lerici, in casa dei miei nonni. Mia nonna L sta preparando la cena, e in casa ci sono anche mio padre A, il nonno R, mia sorella E, mia zia I. Devono arrivare anche N (moglie di mio padre) e S, il loro figlio di due anni. Sono in ritardo, probabilmente perché stanno facendo una passeggiata sul lungomare. Io sono lì per una qualche festività o ponte, e mi fermo quattro giorni. Quando è pronto da mangiare ci sediamo a tavola, mi offrono del cous cous che io rifiuto, non so perché. Il nonno dice alla nonna che mancano due piatti in tavola. Lei se ne accorge e provvede a rimediare (non aveva contato i due ritardatari). Qualcuno esclama "Ma come, ne parlavamo anche prima!" Non capisco esattamente cosa sia successo, ma c'è un clima poco allegro, anche se non mi sembra che sia successo nulla di grave.
[Sogno 4]
Sono a letto, non sdraiato ma accucciato vicino al cuscino, quasi messo di traverso. Appoggiata al cuscino c'è una delle mie due gatte, e io la sto accarezzando. Devo essere più piccolo, perché altrimenti non riuscirei a stare in quella posizione sul mio letto. La gatta fa le fusa, dopodiché mi sveglio.
Mi sveglio alle 7,10 con il cellulare messo subito dietro al letto. Sto notando, come prevedibile, che meno mi devo muovere per spegnere la sveglia meglio è per il ricordo dei sogni. Dovrei usare una sveglia che suoni solo per 3 secondi e poi taccia, in modo da non dovermi muovere affatto.
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.
Giovedì 18 aprile 2013
Vado a letto verso le 22,30. Metto la sveglia direttamente alle 7, ma mi sveglio spontaneamente alle 2. Mi ricordo un sogno e lo scrivo brevemente. Al mattino me ne ricordo altri due.
[Sogno 1]
Sono all'interno di un edificio piuttosto grande, che assomiglia a una scuola, con scale, corridoi e aule. Si tratta della base da cui stiamo per partire, c'è il resto della mia classe. Stiamo per andare in gita, probabilmente dobbiamo prendere un aereo. Tra i prof che ci accompagnano vedo solo P, docente di scienze. L'aereo è alle 8,30, mancano esattamente 45 minuti. Comincio a fare dei calcoli su quanto tempo mi resta, la cosa strana è che considero di avere esattamente 45 minuti, come se l'aereo ci aspettasse al piano terra dell'edificio. Nell'attesa, devo tornare ogni volta che posso in una stanza precisa, a fare non so cosa. Sicuramente si trova un piano sopra a quello in cui mi trovo col resto della classe, e ci vado almeno tre volte. Il percorso è sempre lo stesso: rifletto se ho abbastanza tempo per fare un salto, salgo di corsa le scale, faccio un pezzo di corridoio a sinistra, apro la porta con una piccola chiave che ho in mano, entro... e poi esco e sono di nuovo giù. L'impressione è che io debba tornare spesso su perché mi rendo conto di aver dimenticato qualcosa. Sembra una camera da albergo, forse in realtà stiamo tornando dalla gita. In una di queste corse incrocio la prof P, e mi rendo conto che anche lei ha bisogno di tornare spesso su prima della partenza. La incontro in ascensore, anche se di solito prendo le scale. Ho idea, anche se nessuno me lo dice, che lei corra su in modo da fare visita a suo marito che è malato e sta in camera. Adesso è l'ultima volta che posso tornare su, perché mancano solo 10 minuti alla partenza. Corro su, percorro il corridoio, tiro fuori la chiave e la giro nella serratura con uno schiocco molto realistico. Questa volta vedo meglio la stanza in cui entro: è un ambiente di una certa grandezza, sembra un ufficio o una biblioteca. Ci sono parecchi tavoli e alcuni scaffali. In questo momento so anche qual è il motivo preciso della mia presenza lì: sto aspettando un qualche referto, messaggio, o istruzione, che deve uscire da un apparecchio simile a un fax. Presto questo foglio esce da questa macchina, io lo prendo e comincio a studiarlo. Capisco in breve quello che volevo e mi preparo a correre giù per la partenza. Una voce però mi fa girare: è una donna di una certa età che lavora lì. E' seduta a uno dei tavoli, con sopra dei fogli e degli strumenti di calcolo, e mi chiede se mi interessa vedere il suo lavoro. Io le rispondo educatamente di no: se avessi tempo mi piacerebbe, ma sono già in ritardo e non posso proprio. Lei insiste, dispiaciuta, che voleva anche farmi un indovinello per vedere se sapevo rispondere. Al che accetto, curioso per l'indovinello. Lei mi descrive una situazione in cui bisogna calcolare la distanza tra due città che sono situate alle due estremità di una montagna, conoscendo alcuni dati. Insomma, è un semplicissimo problema di trigonometria, che tra l'altro abbiamo fatto da poco in classe. Mentre faccio brevemente il calcolo, arriva anche A, una ragazza in classe con me, e si mette anche lei a cercare la risposta. Rispondiamo praticamente insieme, anche se forse prima lei, e correttamente. Per sottolineare che ci abbiamo preso, non so perché, faccio un gesto volgare piuttosto complicato, che non ricordo.
[Sogno 2]
Sono a Punta Marina per qualche giorno e come sempre dormo a casa di S, uomo di mia madre che ha la casa lì. Faccio una doccia e vado a letto. La camera da letto non è la solita: è più vicina all'ingresso del dovuto, e il letto a castello è fatto diversamente. Durante la notte mi "sveglio" e segno alcuni sogni che ho fatto. A un certo punto entra in camera S e mi sveglia parlando rumorosamente. E' ancora presto, saranno le 7,30, perciò chiaramente non sono molto felice del fatto. Reagisco però in maniera spropositata, scendendo dal letto e dicendogli qualcosa sul fatto che volevo dormire. Dopodiché praticamente lo spingo fuori dalla camera, sbatto la porta e torno a letto. Il giorno dopo non lo vedo in giro per casa, faccio varie cose, esco anche di casa. Quando rientro trovo mia madre. Mi spiega che S è a letto perché non sta bene.
[Sogno 3]
Sono da qualche parte, non ho dettagli precisi ma è un posto all'aperto e assolato. Sono in compagnia di alcuni amici del mare, tra cui riconosco con chiarezza solo C. Parliamo della scuola che sta finendo, io in particolare degli esami. Dopo un po' capto una frase, l'unica che ricordo. C dice qualcosa come "L'estate scorsa è stata molto importante per me, e questa l'ho programmata bene". (Probabilmente nel contesto aveva anche più senso di quanto ne abbia adesso.) Le chiedo se anche i pochi giorni di Pasqua li aveva programmati, lei risponde ridendo che quelli no, solo l'estate.
Quando mi sveglio ricordo prima di tutto il sogno che avevo già segnato alle 2 di notte. Dopodiché ricordo anche gli altri due, ma in maniera più vaga. E' strano, perché essendo successivi dovrebbero essere più lunghi... Dev ancora migliorare la concentrazione appena sveglio, in modo da non muovermi e ricordarmi meglio gli ultimi sogni
Vado a letto verso le 22,30. Metto la sveglia direttamente alle 7, ma mi sveglio spontaneamente alle 2. Mi ricordo un sogno e lo scrivo brevemente. Al mattino me ne ricordo altri due.
[Sogno 1]
Sono all'interno di un edificio piuttosto grande, che assomiglia a una scuola, con scale, corridoi e aule. Si tratta della base da cui stiamo per partire, c'è il resto della mia classe. Stiamo per andare in gita, probabilmente dobbiamo prendere un aereo. Tra i prof che ci accompagnano vedo solo P, docente di scienze. L'aereo è alle 8,30, mancano esattamente 45 minuti. Comincio a fare dei calcoli su quanto tempo mi resta, la cosa strana è che considero di avere esattamente 45 minuti, come se l'aereo ci aspettasse al piano terra dell'edificio. Nell'attesa, devo tornare ogni volta che posso in una stanza precisa, a fare non so cosa. Sicuramente si trova un piano sopra a quello in cui mi trovo col resto della classe, e ci vado almeno tre volte. Il percorso è sempre lo stesso: rifletto se ho abbastanza tempo per fare un salto, salgo di corsa le scale, faccio un pezzo di corridoio a sinistra, apro la porta con una piccola chiave che ho in mano, entro... e poi esco e sono di nuovo giù. L'impressione è che io debba tornare spesso su perché mi rendo conto di aver dimenticato qualcosa. Sembra una camera da albergo, forse in realtà stiamo tornando dalla gita. In una di queste corse incrocio la prof P, e mi rendo conto che anche lei ha bisogno di tornare spesso su prima della partenza. La incontro in ascensore, anche se di solito prendo le scale. Ho idea, anche se nessuno me lo dice, che lei corra su in modo da fare visita a suo marito che è malato e sta in camera. Adesso è l'ultima volta che posso tornare su, perché mancano solo 10 minuti alla partenza. Corro su, percorro il corridoio, tiro fuori la chiave e la giro nella serratura con uno schiocco molto realistico. Questa volta vedo meglio la stanza in cui entro: è un ambiente di una certa grandezza, sembra un ufficio o una biblioteca. Ci sono parecchi tavoli e alcuni scaffali. In questo momento so anche qual è il motivo preciso della mia presenza lì: sto aspettando un qualche referto, messaggio, o istruzione, che deve uscire da un apparecchio simile a un fax. Presto questo foglio esce da questa macchina, io lo prendo e comincio a studiarlo. Capisco in breve quello che volevo e mi preparo a correre giù per la partenza. Una voce però mi fa girare: è una donna di una certa età che lavora lì. E' seduta a uno dei tavoli, con sopra dei fogli e degli strumenti di calcolo, e mi chiede se mi interessa vedere il suo lavoro. Io le rispondo educatamente di no: se avessi tempo mi piacerebbe, ma sono già in ritardo e non posso proprio. Lei insiste, dispiaciuta, che voleva anche farmi un indovinello per vedere se sapevo rispondere. Al che accetto, curioso per l'indovinello. Lei mi descrive una situazione in cui bisogna calcolare la distanza tra due città che sono situate alle due estremità di una montagna, conoscendo alcuni dati. Insomma, è un semplicissimo problema di trigonometria, che tra l'altro abbiamo fatto da poco in classe. Mentre faccio brevemente il calcolo, arriva anche A, una ragazza in classe con me, e si mette anche lei a cercare la risposta. Rispondiamo praticamente insieme, anche se forse prima lei, e correttamente. Per sottolineare che ci abbiamo preso, non so perché, faccio un gesto volgare piuttosto complicato, che non ricordo.
[Sogno 2]
Sono a Punta Marina per qualche giorno e come sempre dormo a casa di S, uomo di mia madre che ha la casa lì. Faccio una doccia e vado a letto. La camera da letto non è la solita: è più vicina all'ingresso del dovuto, e il letto a castello è fatto diversamente. Durante la notte mi "sveglio" e segno alcuni sogni che ho fatto. A un certo punto entra in camera S e mi sveglia parlando rumorosamente. E' ancora presto, saranno le 7,30, perciò chiaramente non sono molto felice del fatto. Reagisco però in maniera spropositata, scendendo dal letto e dicendogli qualcosa sul fatto che volevo dormire. Dopodiché praticamente lo spingo fuori dalla camera, sbatto la porta e torno a letto. Il giorno dopo non lo vedo in giro per casa, faccio varie cose, esco anche di casa. Quando rientro trovo mia madre. Mi spiega che S è a letto perché non sta bene.
[Sogno 3]
Sono da qualche parte, non ho dettagli precisi ma è un posto all'aperto e assolato. Sono in compagnia di alcuni amici del mare, tra cui riconosco con chiarezza solo C. Parliamo della scuola che sta finendo, io in particolare degli esami. Dopo un po' capto una frase, l'unica che ricordo. C dice qualcosa come "L'estate scorsa è stata molto importante per me, e questa l'ho programmata bene". (Probabilmente nel contesto aveva anche più senso di quanto ne abbia adesso.) Le chiedo se anche i pochi giorni di Pasqua li aveva programmati, lei risponde ridendo che quelli no, solo l'estate.
Quando mi sveglio ricordo prima di tutto il sogno che avevo già segnato alle 2 di notte. Dopodiché ricordo anche gli altri due, ma in maniera più vaga. E' strano, perché essendo successivi dovrebbero essere più lunghi... Dev ancora migliorare la concentrazione appena sveglio, in modo da non muovermi e ricordarmi meglio gli ultimi sogni
La mia strada mi si dipana davanti. Io, Max Muto, non invidio nessuno che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Viaggio volentieri.
Viaggio volentieri.